Calenda
(Ansa)
Politica

Calenda rompe con il Pd; il centrosinistra muore. Resta solo la sinistra

Il leader di Azione lascia Letta scosso dall'accozzaglia che ha imbarcato Sinistra Italiana e Verdi.

Il mal di pancia era evidente da giorni; quella frase rivolta ieri ad alcuni amici «con questa accozzaglia voterei la destra anche io…» raccontava tutto l’imbarazzo di Carlo Calenda. E la notte ha portato la sua decisione.

Alle 14.30, davanti alle telecamere della Rai, il leader di Azione annunciava la rottura dell’alleanza con il Pd sottoscritta tre giorni fa. «E' una delle decisioni più sofferte, la più sofferta. Non mi sento a mio agio con questo, non c'è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore. Così ho comunicato ai vertici del Pd che non vado avanti con questa alleanza». L’ingresso di Verdi e Sinistra avvenuto ieri, partiti con idee politiche totalmente differenti dalle sue e benedetto da Enrico Letta che senza nascondersi ha definito quella di centrosinistra un’alleanza non per governare, hanno fatto saltare il banco.


Di chi la colpa? Il Pd definisce ora Calenda un uomo senza onore per aver cancellato parole, firma e stretta di mano. Ma forse Letta doveva immaginare fin dall'inizio che la sua accozzaglia del «tutti dentro» non sarebbe stata in piedi. Davvero non aveva altre strade?

Inutile dire che nello stesso tempo si rompe l’alleanza tra Azione e + Europa (che resta fedele a Letta) e così Calenda ha una settimana di tempo per raccogliere 60 mila firme per presentare il suo partito e la sua lista; ma questi sono dettagli. La sostanza politica è che da oggi il centrosinistra non esiste più. Esiste solo la sinistra, che va dal Pd a Sinistra Italiana ed ai Verdi. Stop. I moderati stanno al Centro, frammentato tra Renzi (ps, alla fine aveva ragione lui…), Calenda ed altri, o in Forza Italia. Questi sono fatti.

La campagna elettorale quindi cambia faccia, a 360° e per Enrico Letta diventa non rossa ma nera, nerissima. Perché lui, da sempre sostenitore dell’Agenda Draghi, si ritrova di fatto solo, alleato con piccoli partiti che quell’agenda l’hanno sempre combattuta. "Noi andiamo avanti nell'interesse dell'Italia. Ho ascoltato Carlo Calenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l'unico alleato possibile per Calenda sia Calenda”, ha commentato Letta. La situazione però al Nazareno è di altissima tensione. Quello che stando ai sondaggisti appare all’orizzonte è un partito in crescita di consensi, dato anche al 25%, ma in un Parlamento che potrebbe avere una maggioranza di seggi a vantaggio del centrodestra tra il 55% ed il 60%. Sarebbe un disastro per il segretario richiamato dall’esilio parigino per risollevare il partito e che potrebbe trovarsi davanti una sconfitta elettorale pesantissima. E così ecco che torna di moda la mossa disperata, l’ultima carta che a Letta resta da giocare: provare a ricostruire un’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Certo, sarebbe rimangiarsi tutto: la faccia, la credibilità, oltre che dichiarazioni senza sosta dalla fine del governo Draghi ad oggi. Ma la disperazione può tutto, soprattutto in politica…

Resta da capire anche cosa succederà al Centro. Cosa faranno Renzi e Calenda? E, viene da riderci sopra, cosa faranno Gelmini, Carfagna e chi aveva lasciato Forza Italia per un’alleanza di centrosinistra che non esiste più? Andranno nel Pd o resteranno nel mezzo senza alcuna velleità di comando e potere? .

La bomba Calenda è appena esplosa; le carte sul tavolo sono quanto mai per aria. Tranne che nel centrodestra, che in silenzio, gongola.

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Andrea Soglio