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(Ansa)
Politica

Basilicata e Piemonte, il Campo Largo si sfalda. Il Pd deve cambiare, ma serve coraggio e un nuovo leader

Lacerenza rinuncia alla candidatura in Basilicata ed in Piemonte si rompe l'unione dem-M5S. Il Partito Democratico deve rifondarsi, davvero, per provare a costruire una nuova alternativa

Le notizie della giornata politica, calda come le prime 24 ore di primavera, sono emblematiche: la prima è che Domenico Lacerenza rinuncia al ruolo di candidato alle prossime elezioni regionali in Basilicata. Una candidatura nata male, arrivata a poco dal tempo limite e che fin dai primi minuti aveva lacerato la coalizione di centrosinistra. La seconda, forse ancora peggiore per Elly Schlein, è che in Piemonte il Pd ha lanciato una sua propria candidatura, pare senza nemmeno informare quelli che dovrebbero essere gli alleati del Movimento 5 Stelle. Ed i grillini hanno reagito in maniera decisa: «Apprendiamo la decisione maturata dal Partito Democratico di ufficializzare la candidatura di Gianna Pentenero. Registriamo questo cambio di passo e di metodo. Nei prossimi giorni avvieremo il percorso per la scelta del nostra candidato…».

È passato poco dalle foto festanti in Sardegna, con Conte e Schlein volate in fretta e furia a Cagliari accanto ad Alessandra Todde per raccontare a tutta Italia che «Il Vento è Cambiato». Da quel momento, da quei sorrisi, solo bufera sul centrosinistra. A partire dalla coppola in Abruzzo che ha spento i sogni di gloria fino all’esplosione oggi della coalizione.

Potrei stare qui a dirvi che era tutto previsto, che il Campo Largo non è mai esistito, che è una coalizione divisa su tutto tranne che, come ha ricordato Prodi ieri, sul fatto che «divisi si perde di sicuro…». Poi mi sono fermato. Sono stufo di ripetere queste cose, scritte negli ultimi anni almeno 100 volte. Basta.

Bisogna avere la forza di guardare oltre.

Mancano 3 anni alle prossime elezioni politiche ed è evidente che l’opposizione così non ha senso di esistere e se vuole puntare a tornare a Palazzo Chigi deve cambiare faccia, passo, idee e volti. Soprattutto deve avere il coraggio di non scendere a patti con gli altri tradendo i propri valori. Serve una nuova sinistra, serve un nuovo Pd. Quello di oggi, come quello di ieri, non ha una possibilità che sia una.

È ora di finirla con le correnti, che minano qualsiasi progetto politico; è ora di finirla con i proclami fine a se stessi. Dove guarda oggi il Pd? Guarda a sinistra? Sta dalla parte di chi occupa scuole e università gestendole come proprietà privata? Sta con la Nato? Sta con l’Ucraina compreso l’invio di armi e denaro? Sta per l’accoglienza senza se e senza ma dei migranti?

Domande che da anni vengono evase perché manca il coraggio e manca anche un leader coraggioso. Manca, tanto per essere chiari, quello che oggi è per il centrodestra Giorgia Meloni.

Tre anni possono essere tanti o pochi ma di sicuro se il Pd vuole tornare ad essere protagonista della politica nazionale, e non spettatrice anonima, deve reagire, cambiare. E prima si comincia meglio è.

Altrimenti, si vivacchia, da sconfitti, deboli e spaventati.

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Andrea Soglio