Sul Toto-Ministri anche il caso Regione Lombardia
Chi dopo Fontana? Giorgetti? Moratti? O lo stesso governatore di oggi? E chi a sinistra? Sala? La battaglia del Pirellone si lega a quella del nuovo governo
In questi giorni in cui impazza il «Toto Ministri» c’è un’altra partita non meno importante che sta attraversando centrodestra, centro e sinistra: la partita della Regione Lombardia.
Una sfida delicata per mille motivi. Per la sinistra si tratta della prima occasione di rivincita elettorale dopo la scoppola pesante presa domenica scorsa alle politiche. Quello che affronterà la tornata elettorale regionale sarà una sinistra nuova, con una nuova guida nel Partito Democratico e molto probabilmente con il ritorno dell’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Riuscire a strappare quello che da decenni è sotto il controllo del centrodestra sarebbe una bella scossa politica ed una bella rivincita.
Certo, numericamente parlando, si tratterebbe di un’impresa dato che il voto delle politiche ha visto il centrodestra superare il 50% e, se sommiamo Pd, Verdi, Sinistra Italiana e M5S ci si fermerebbe al 37%. Una distanza quindi non proprio semplice da colmare.
Per questo la prima mossa a cui sta pensando la sinistra è quella di proporre un candidato forte, un nome di peso nazionale, primo della lista Beppe Sala, il sindaco di Milano, che proprio nel centro della città ha costruito l’ultimo barlume di resistenza al Nord della sinistra contro la marea del centrodestra. Sala però attende prima di capire cosa succederà al Nazareno, chi ne sarà la guida, e con chi dovrebbe correre. Le partite perse in partenza, si sa, non fanno per lui.
Ma anche nel centrodestra la soluzione dell’enigma «candidato» è ben lontana dall’essere risolta. Anche perché si incrocia con la scelta dei ministri in corso.
Di sicuro c’è che al Pirellone, dopo Attilio Fontana dovrebbe rimanere un uomo della Lega. Almeno questo sarebbe uno degli accordi presi e condivisi con gli altri alleati. A Fratelli d’Italia invece dovrebbe andare il candidato Governatore nel Lazio.
Lega, quindi. Ma chi? Fontana, che si è comunque detto disponibile, non sarebbe troppo triste se al posto suo ci fossero altri rappresentanti leghisti. Su tutti uno: Giancarlo Giorgetti. Per Salvini e molti dei suoi sarebbe l’uomo giusto per guidare la Regione: uomo del partito ma anche apprezzato per il suo passato di Ministro con Draghi e accreditato come leghista-centrista; insomma, uno cui è impossibile appiccicare l’etichetta di «sovranista». E anche Forza Italia, la parte moderata della coalizione, non avrebbe nulla da ridire.
Nessuna controindicazione quindi, tranne una: che al momento Giorgetti non sembra essere intenzionato ad accettare la candidatura. Spera infatti di riuscire a restare a Roma, se non al Ministero dello Sviluppo Economico almeno in un altro dicastero. Cosa che però al momento risulta poco probabile.
Ed è un po’ la stessa situazione dell’altro nome che a Milano gira ormai da mesi, quello di Letizia Moratti. L’attuale vice presidente di Regione Lombardia infatti da una parte sta lavorando per creare una sua lista civica in vista del voto ma dall’altra spera in una chiamata di Giorgia Meloni, direzione Ministero della Sanità.
Insomma una fase di attesa per l’ex sindaco di Milano su cui tra l’altro la Lega avrebbe grossi dubbi sulla sua capacità di conquistare il voto di tutto il centrodestra. La paura è che sia una figura in grado si di piacere a Milano ed ai milanesi ma che nel resto della Regione fatichi ad essere apprezzata.
Insomma, siamo allo stallo, da una parte e dall’altra; forse più corretto dire «attesa». Prima ci sono da sistemare le caselle a Roma, poi toccherà alle regionali.