Giorgia Meloni
(Ansa)
Politica

Sul carburante quelle della Meloni non sono scuse ma assunzioni di responsabilità di governo

Il premier ha spiegato il mancato rinnovo degli sconti sulle accise; «non ci sono altri soldi a disposizione ed abbiamo fatto delle scelte diverse»

Sull’aumento del prezzo della benzina, le parole del premier Giorgia Meloni ci hanno riportato con i piedi per terra. Se vogliamo con un necessario bagno di realismo. Nelle ultime ore, infatti, la vicenda stava prendendo una piega psichedelica, con parlamentari e ministri a caccia della famigerata “speculazione”, parola buona per ogni stagione, soprattutto quando non si sa a chi dare la colpa di scelte impopolari.

La storia è molto più semplice. I prezzi alla pompa sono saliti perché il governo ha deciso di non rinnovare gli sconti fiscali sulle accise imposti dal governo Draghi. Punto. Non c’è alcuna speculazione da combattere. Non c’è nessun finanziere da sguinzagliare per punire i cattivoni delle major petrolifere. E non ha alcun senso istituire fantomatiche commissioni di vigilanza sulla corsa dei prezzi, o obbligare i benzinai ad esporre il prezzo medio nazionale del carburante accanto a quello praticato alla pompa. Per carità, di mascalzoni in giro ce ne sono tanti, ma si rischiava di criminalizzare un’intera categoria.

Insomma la questione stava sfuggendo di mano, e l’intervento del premier ha riportato un po’ tutti alla realtà. “Invece di spalmare 10 miliardi abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è digiustizia sociale", sottolinea il presidente del Consiglio, riferendosi alle accise sui carburanti. "Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla Sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle Pmi". Ecco squadernata la semplice verità: la coperta è troppo corta.

Governare significa scegliere, e una scelta è stata fatta, di cui occorre assumersi la responsabilità. L’importante è fare chiarezza, ed essere onesti davanti agli italiani. Certo, gestire il bilancio pubblico comporta un’inversione a U rispetto alle rumorose dichiarazioni che ci si può permettere dalla tribuna delle opposizioni. Ma diventare maturi politicamente significa anche questo: fare i conti con la realtà.

Questi concetti è bene vengano compresi sia nella maggioranza che nell’opposizione. Sbaglia il centrodestra quando pensa di creare soldi dal nulla e tappare ogni buco. Sbaglia il centrosinistra quando rimprovera il governo di essere irresponsabile, salvo poi chiedere al governo stesso scelte irresponsabili. Questo sì che è un atteggiamento populistico, in stile Giuseppe Conte. Ma di avvocato del popolo ce n’è già uno: e ce lo facciamo bastare.

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Federico Novella