Oltre al gas ci manca anche un po' di coraggio
Per Cingolani l'inverno sarà tranquillo, per Descalzi i problemi maggiori ci saranno nel 2023. Soprattutto mancano rigassificatori e aiuti concreti dall'Europa
C’è qualcosa che non è chiaro. Nelle ultime 24 ore l’ormai ex Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha ribadito le sue dichiarazioni all’insegna della positività e della tranquillità su quello che sarà la disponibilità di gas per il nostro paese: «C’è abbastanza gas per l’inverno… abbiamo messo in sicurezza il paese, dovremmo fare una stagione invernale tranquilla». Insomma, tutto bene. Ci basterà quindi abbassare di un grado la temperatura, cuocere la pasta fermando il dolore dell’acqua, spegnere le luci inutili e staccare le spine ed il peggio è passato. Ah no, resta sempre la questione prezzi, e per fortuna lo riconosce anche lo stesso Cingolani: «Avremo problemi sui prezzi, ma se il 20 si conclude bene sul price cap, avremo risolto la situazione. Purtroppo non toglieremo la sofferenza a famiglie e imprese. Il price cap l'avevamo proposto mesi fa. La Commissione europea è stata lenta, poi ha accelerato. Speriamo anche che la guerra finisca». Insomma, dobbiamo vivere di speranze. Anche perché dall’Europa pure nel vertice informale di oggi a Praga non è arrivata alcuna decisione definitiva sul price cap e su un nuovo fondo Sure di emergenza dedicato proprio al caro bollette.
Però Cingolani resta rassicurante. Un po’ meno invece l’ad di Eni, Claudio Descalzi: «Tutti guardano a questo inverno che sta arrivando, ma l’inverno più duro sarà quello del 2023-2024». Insomma, il problema è tutt’altro che risolto, anzi, siamo solo all’inizio della salita ed il tratto più duro non sarà oggi ma tra 12 mesi.
«Quest’anno - ha spiegato Descalzi - abbiamo avuto il gas russo per riempire i nostri stoccaggi. Ma il prossimo anno il gas russo mancherà e così saremo in difficoltà. Le risorse in arrivo dagli altri paesi non sono infatti sufficienti a coprire l’intero fabbisogno. C’è poi il problema dei rigassificatori. Abbiamo solo un terzo degli impianti che ci servono e inoltre dobbiamo anche aumentare gli stoccaggi…».
C’è quindi molto lavoro da fare, ci sono grossi problemi da risolvere: prezzi, rigassificatori, stoccaggi. Insomma, la realtà purtroppo non è quella auspicata da Cingolani; abbiamo poco da star tranquilli. Soprattutto siamo soli: anche oggi l’ennesimo vertice informale in Europa alla ricerca di un aiuto economico certo contro il caro bollette, che sia Price Cap o nuovo Fondo Sure come quello creato durante la pandemia, è finito con un rinvio.
Oltre al gas è evidente che in giro oltre al gas manchi anche un po’ di coraggio; ingrediente fondamentale per dire la verità, per fare le cose, per risolvere i problemi. Senza che restiamo aggrappati ad una speranza di pace, di un clima mite anche a gennaio…