I controlli sul Reddito partiti solo tre anni dopo i primi bonifici. L’Anci: mancano i dati
Le verifiche di Pasquale Tridico a scoppio ritardato. L’allarme lanciato dai Comuni: tempi lunghi per gli accertamenti sugli aventi diritto
«Sono in corso contatti tra l’Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. È quanto si apprende dall’Anci. L’Inps non avrebbe inoltre potuto mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò ha creato difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili». È questo l’assist, forse non esattamente volontario, che ieri l’Anci ha lanciato attraverso le agenzie di stampa alle indagini in corso da parte della Corte conti sui meccanismi di controllo sulle richieste di accesso al Reddito di cittadinanza.
Una conferma ulteriore che non solo qualcosa non ha funzionato, ma che il problema potrebbe ripresentarsi anche rispetto ai criteri usati per stabilire chi ha ancora diritto al Rdc da parte dello Stato e chi invece può e deve essere avviato verso il mondo del lavoro. E soprattutto, andranno stabiliti dei nuovi criteri di controllo per evitare che con l’assegno di inclusione che sarà introdotto sarà introdotto dal primo gennaio dell’anno prossimo, si ripetano le truffe che hanno caratterizzato il Rdc.