Le relazioni transatlantiche? Saranno i conservatori a salvarle
Un convegno, tenutosi alla Camera dei Deputati, ha tracciato la via per una cooperazione più intensa tra i conservatori delle due sponde dell'Atlantico
Cresce l’urgenza di un blocco conservatore coeso, che avvicini progressivamente le due sponde dell’Atlantico: è questo, in estrema sintesi, il succo di “Hot topics in Usa and Italy”: il convegno tenutosi ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati, organizzato dal Centro Studi Machiavelli insieme a due importanti think tank statunitensi, come Heritage Foundation e International Republican Institute.
L’evento, alla cui moderazione ha contribuito anche La Verità, ha visto susseguirsi vari dibattiti con ospiti internazionali e italiani. Per Heritage Foundation, sono stati presenti il vicepresidente James Carafano, il senior policy analyst Daniel Kochis, la senior research fellow Erin Walsh e il senior research fellow Brent Sadler. A rappresentare l’International Republican Institute è stato invece il program director Thibault Muzergues. Tra gli esponenti del Centro studi Machiavelli hanno partecipato, oltre al presidente Daniele Scalea, l’ex sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi, e il generale Giuseppe Morabito. Vari sono stati i temi specifici affrontati nel corso dell’evento: dalla situazione politica interna degli Stati Uniti a quella italiana, passando per le sfide poste dall’invasione russa dell’Ucraina (sia sul piano militare che energetico).
“Grazie a questo evento esperti dei principali think tank conservatori hanno potuto incontrarsi e discutere dei principali temi di comune interesse, come Ucraina ed energia, nonché aggiornarsi reciprocamente sugli ultimi sviluppi della politica interna dei due Paesi. Abbiamo in particolare fatto riferimento a come la Destra italiana si aspetti un sostegno da Oltreoceano in quelle che potranno essere le prossime turbolenze economiche e internazionali”, ha dichiarato Scalea a Panorama.it. Ecco: il senso più profondo dell’evento è stato proprio quello di voler iniziare a promuovere la nascita di un fronte conservatore transatlantico. Un fronte attento sia alle questioni valoriali (in netta antitesi al progressismo woke) sia a quelle geopolitiche (con particolare attenzione alle gravi minacce poste da Russia e Cina).
Sotto questo aspetto, la tempistica del convegno non poteva essere più opportuna. In Italia è recentemente nato un governo di centrodestra, che –guidato da Giorgia Meloni– rafforzerà assai prevedibilmente i propri legami con Varsavia. Dall’altra parte, negli Stati Uniti le elezioni di metà mandato hanno restituito la Camera ai repubblicani, mentre le prospettive di rielezione per Joe Biden si stanno facendo sempre più difficoltose. Tutto questo, mentre nel 2024 si terranno sia le elezioni presidenziali statunitensi sia quelle per il rinnovo dell’Europarlamento. Senza dimenticare che la sinistra europea si è contraddistinta spesso per delle linee politiche non esattamente atlantiste (si pensi solo alle sbandate filorusse e filocinesi della Spd o al sostegno del Pd al controverso accordo sul nucleare con l'Iran).
È dunque in tal senso che i conservatori delle due sponde dell’Atlantico dovrebbero urgentemente intensificare la cooperazione politica e ideologica. E' da loro che passa infatti il rilancio delle relazioni transatlantiche. Il convegno di ieri ha rappresentato un passo significativo in questa direzione.