Renzi fa fuori Conte, Mattarella chiama Draghi
Svolta nella crisi. Il Quirinale non concede il voto ma tenta la carta del governo istituzionale
La farsa delle consultazioni, del tavolo tecnico, del Conte-Ter si spegne ovviamente sulle poltrone. Sono le 19.30 quando con un tweet Matteo Renzi affossa il tavolo organizzato dal'«esploratore» Roberto Fico e di fatto elimina dai giochi Giuseppe Conte ed il progetto del terzo esecutivo dell'avvocato del popolo.
Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della exmaggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato
— Matteo Renzi (@matteorenzi) February 2, 2021
Sono passati 20 giorni dalle dimissioni delle ministre genziane, 20 giorni persi alla faccia di chi riempie ogni dichiarazione con la frase «dobbiamo fare in fretta per il bene del paese». 20 giorni in cui era chiaro come Renzi avesse il pallino del gioco in mano, soprattutto dopo il fallimento della caccia ai «costruttori», e che il Movimento 5 Stelle dopo essersi svenduto il 90% dei suoi valori fondamentali non poteva fare altre concessioni. Non sul Mes, non sul Reddito di Cittadinanza, non sulla cacciata di Bonafede dal Ministero della Giustizia. E così si è arrivati dove era chiaro a tutti si dovesse arrivare. Alla fine di questa maggioranza nata un anno e mezzo fa con un solo scopo: non andare a votare. Si, votare.
Nel 2019 la scusa era «non dare i pieni poteri a Salvini», oggi le cose in sostanza non sono cambiate.
Dopo che Roberto Fico infatti si è recato al Quirinale per raccontare al Presidente della Repubblica che il suo progetto era fallito Mattarella ha giocato l'ultima carta a sua disposizione per non portare il paese alle elezioni. «Votare ora lascerebbe per più di due mesi il Paese senza un governo forte in un momento delicato, in piena pandemia e campagna vaccinale».
Dichiarazioni alla stampa del Presidente Mattarellawww.youtube.com
Sarà anche vero, sta di fatto che in Portogallo, pochi giorni fa, o negli Stati Uniti lo scorso novembre come in altre nazioni la gente si è recata alle urne, con distanziamento, norme di sicurezza e quant'altro. Ma si sa, per non andare alle urne, soprattutto quando vincono «gli altri», una scusa valida la si trova sempre.
La sostanza è che domani tocca a Mario Draghi trovare una maggioranza non politica, come l'ha definita Mattarella, per sbrogliare la matassa. Sarà un compito duro, difficile soprattutto perché questi giorni (sprecati) di trattativa hanno dilaniato il centrosinistra e soprattutto il Movimento 5 Stelle che perde un pezzo al giorno. E che se fino a ieri doveva pensare se stare al governo con Renzi da domani dovrà chiedersi se farlo con Berlusconi.
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