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(Ansa)
Politica

L'influenza della destra a Bruxelles sarà più nei programmi che nella maggioranza

Molto probabilmente al Parlamento europeo si riproporrà la maggioranza «Ursula» ma sarà nei contenuti che si vedrà l'onda lunga della crescita della destra

Cosa è successo davvero in queste elezioni europee? Se si guardano i risultati elettorali è evidente che il ritmo del cambiamento politico sia accelerato. Il voto mostra ciò che ci si attendeva, cioè la grande crescita dei partiti di destra. Ma al di là di questo effetto elettorale, le fondamenta della politica europea restano intatte pur crepate: sussiste la possibilità di ricreare la stessa alleanza che ha governato a Bruxelles negli ultimi dieci anni, il PPE è ancora più centrale di quanto non sia stato nelle ultime legislature, i partiti di destra salgono ma sono ancora lontane dal poter governare l’Unione Europea. Tuttavia, la crescita di conservatori e nazionalisti è in grado di influenzare due aspetti del futuro dell’UE.

Il primo è quello programmatico, c’è da aspettarsi una legislatura in cui temi come l’ambientalismo e i diritti civili avranno meno spazio rispetto al passato a favore di politiche industriali, protezionismo e investimenti in difesa. Il green deal resterà in campo ma subirà modifiche e rallentamenti poiché l’ambientalismo, insieme con l’immigrazione nel lungo periodo, è stato il carburante a favore delle destre. Su molti di questi temi i gruppi di destra insieme possono esercitare una influenza rilevante. Ad esempio su temi come ambiente e immigrazione possono costruire una maggioranza di blocco con il PPE o parte di esso.

Certo anche nella destra restano differenze profonde. Alcuni sovranisti sono a favore della pacificazione con la Russia, come Le Pen, Orban e il partito tedesco Afd, mentre altri, come Meloni e i conservatori europei, sostengono l’Ucraina e la linea della NATO. Il secondo aspetto su cui la destra può influenzare l’Unione Europea è la scelta del Presidente della Commissione. La favorita resta la presidente uscente, ma se Ursula Von der Leyen non riuscisse ad essere rieletta allora toccherà ad un altro esponente dei popolari trovare una maggioranza. In prima fila ci sono la presidente del parlamento Metsola e il premier greco Mitsotakys. In questo scenario, il sostegno di alcuni partiti conservatori, come Fratelli d’Italia, potrebbe essere cruciale per l’elezione del nuovo Presidente per bilanciare i franchi tiratori da sinistra e in cambio Meloni potrebbe ottenere un commissario europeo forte. Ciò segnerebbe lo sbilanciamento a destra della nuova legislatura che è determinato anche dalla politica nazionale.

Rispetto al 2019, paesi come Italia, Olanda, Portogallo, Grecia sono ora governati dalla destra. Con il ritorno alle urne deciso da Macron potrebbe aggiungersi anche la Francia. A quel punto la Commissione sarà naturalmente spostata a destra e così diventerà più naturale avere interlocutori in parlamento che siano di destra, come i Conservatori di Giorgia Meloni. La transizione europea iniziata quindici anni fa è ad un punto di svolta, con la destra nuova che inizia ad entrare nelle stanze del governo.

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Lorenzo Castellani