La Difesa è un investimento, non un costo
Il Ministro Crosetto in Parlamento ha spiegato una cosa che forse abbiamo dimenticato troppo facilmente
C’é una frase del «question time» di oggi alla Camera che ci ha fatto pensare. Interrogato sull’aumento del budget per le spese della difesa oltre il 2% come previsto dagli accordi sottoscritti con la Nato il Ministro Guido Crosetto ha precisato che «la difesa con è un costo, ma un investimento».
La differenza è tutta qui. Veniamo da giorni in cui persino le Frecce Tricolori sono state definite un «costo» inutile. Ma non è che l’ultimo caso. La sinistra, in maniera più o meno compatta, da tempo forse da sempre racconta che ogni spesa legata alla difesa sia una spesa inutile. Quante volte abbiamo sentito dire che ad esempio con i soldi di un F-35 avremmo potuto costruire scuole o asili, oppure sfamare migliaia di persone povere… Demagogia che aveva dietro una visione precisa: l’esercito non serve. Una bugia di proporzioni colossali, una frase da bar o da campagna elettorale.
Perché purtroppo, come Crosetto oggi ha ricordato in aula, la difesa serve. «Serve a difendere la nostra libertà oltre che i nostri confini…». Per decenni, finita la guerra fredda, abbiamo pensato che ormai le armi sul territorio europeo sarebbero rimaste roba da parata o da amarcord. Invece l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci ha ricordato come la realtà sia ben diversa, che un esercito serve e servirà sempre. Senza dimenticare poi l’utilizzo sul territorio slegato da vicende belliche. Come il lavoro di Luca, un amico, che in silenzio e a rischio della sua vita, da pilota di elicottero dell’Aeronautica Militare la notte della terribile inondazione in Romagna e nelle Marche ha salvato le persone bloccate sui tetti delle case. Per non parlare delle operazioni di controllo del territorio che vede i nostri militari in mimetica davanti alle Stazioni ferroviarie o in altre aree ad alto rischio.
C’è poi un’altra cosa che dobbiamo ammettere per primi a noi stessi. Per decenni l’Italia ha speso in proporzione al proprio pilota meno, molto meno degli Stati Uniti che della Nato sono colonna portante per forza militare, peso politico ed investimento economico. Insomma abbiamo mangiato ad un ristorante senza pagare il conto ma limitandoci a lasciare una bella mancia al cameriere. bene. Oggi la guerra in Ucraina ha cambiato le cose e chi si siede a quel tavolo della Nato (e noi non possiamo non sederci) deve mettere mano al portafoglio.
P.s. Messaggio a chi pensa che il governo Meloni, il Ministro Crosetto e la maggioranza siano dei pericolosi guerrafondai. Il ministro della Difesa ha spiegato come l’Italia sia stato l’unico paese membro della Nato a chiedere una differente modalità e tempistica di pagamento rispetto a quanto concordato. Tutti gli altri quell’accordo lo rispetteranno nei tempi e nelle cifre.