Donatella Tesei: «Così ho fatto decollare l’Umbria»
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Donatella Tesei: «Così ho fatto decollare l’Umbria»

Il turismo ma anche lo sviluppo delle industrie tecnologiche nella regione. I trasporti (aerei compresi) per metterla definitivamente al centro dell’Italia. L’attuale governatrice racconta perché un secondo mandato, alle elezioni di novembre, permetterebbe di portare a termine molti, utili progetti sul territorio

C’è un lavoro iniziato e c’è il desiderio, il bisogno di finirlo. Non si sente sminuita Donatella Tesei se la chiamano il «sindaco dell’Umbria». «Niente affatto, ho cominciato come sindaco di Montefalco scommettendo su sviluppo, tutela e valorizzazione del territorio, attenzione al sociale e ascolto dei cittadini, e questo ho continuato a fare come presidente della Regione». È riuscita là dove tutti avevano fallito: cinque anni fa ha accettato la sfida, lei che era parlamentare eletta con la Lega, e ha conquistato dopo 70 anni l’Umbria al centrodestra. Si vota il 17 e 18 novembre per il rinnovo dei poteri regionali. Donatella Tesei è stata acclamata candidato di una vasta coalizione per la presidenza - se la vedrà con Stefania Proietti, sindaco di Assisi del Partito democratico - in una sfida al femminile. Che per l’Umbria non è una novità. «In questa regione le donne contano ed è un orgoglio: le umbre si impegnano, lavorano, studiano». Basta ricordarsi della storica imprenditrice Luisa Spagnoli, signora della moda, per capirle.

Campagna elettorale iniziata a Bastia Umbra tra la folla.

Così tante persone non ce l’aspettavamo. Hanno dovuto montare dei maxi-schermi perché non c’era più posto. Quello che conta però è il rapporto diretto con le persone. Massimiliano Fedriga - arrivato dal Friuli-Venezia Giulia a sostenermi - mi ha tenuto a battesimo in questa seconda sfida ricordando il grande lavoro che abbiamo fatto in commissione Stato-Regioni. Abbiamo attraversato momenti difficilissimi: penso al Covid. Poi col lavoro di tutti i giorni ci siamo rialzati. Sento che la mia prima elezione è stata la vittoria di un popolo fiero e determinato. E lo rifaremo. Io non lascio un lavoro a metà. Il mio programma in sintesi è questo: lavorare per un’Umbria più attrattiva, più aperta, più sicura, ma anche più connessa e più creativa.

Quali limiti ha la presidente di una Regione così piccola, ma così famosa?

L’Umbria prima della mia giunta non era così nota: ci scambiavano per un pezzo di Toscana o un prolungamento del Lazio. Noi abbiamo lavorato a costruire la centralità e il protagonismo dell’Umbria. E la crescita del turismo ci ha dato ragione. Ora siamo una destinazione ambita a livello mondiale e arrivano anche investimenti molto importanti - l’ultimo vale 170 milioni di euro - nel settore ricettivo che ha oggi strutture di altissimo livello. Quando sono arrivata alla presidenza l’aeroporto di Perugia era in pessimo stato; nel 2023 siamo arrivati a 532 mila passeggeri, oltre la capienza massima dello scalo. È mia intenzione nella prossima legislatura raddoppiarlo. I limiti sono anche i punti di forza: qui tu puoi parlare con tutti. La mia azione di governo è stata scandita da un dialogo continuo con gli stakeholders. E poi sono riuscita a portare qua sei miliardi tra Pnrr e nuova programmazione europea. Per noi sono un assoluto volano di sviluppo.

Le sue priorità?

Consolidare questo sviluppo, creare occupazione, alzare la qualità di vita, dare ascolto ai bisogni sociali, tutelare i più deboli e le famiglie, salvaguardare e valorizzare i territori. Noi abbiamo dei «cluster» di eccellenza industriale come il polo aerospaziale, quello della moda con degli autentici campioni mondiali che esaltano la creatività e l’altissimo artigianato, l’agroalimentare che il mondo ci invidia e ci richiede. La manifattura umbra è la ceramica di Deruta e di Gualdo Tadino, la meccanica e la meccatronica, è la ricerca ingegneristica. È il grande lavoro che abbiamo fatto sulla ricostruzione dopo il terremoto del 2016 che ha avuto una potente accelerazione. L’occupazione è al 66,5 per cento, cinque punti sopra la media italiana. La disoccupazione si è ridotta al 6 per cento, abbattendo del 2,6 per cento il dato rispetto al 2019 e restando 1,8 punti sotto la media nazionale. In Umbria, il tasso di Neet, cioè quei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano, è sceso al 10,5 per cento, sei punti sotto la media italiana. È il risultato di politiche mirate, di investimenti sul futuro, perché sappiamo che i giovani sono la nostra risorsa più preziosa. E abbiamo investito molto anche sull’università e i poli culturali.

L’inchiesta Sanitopoli che coinvolse i vertici del Pd e della Regione le ha spianato la strada cinque anni fa. Ora siete in salute?

La mia idea è che bisogna sviluppare al massimo la medicina territoriale. E questo è uno dei punti qualificanti del programma di governo per i prossimi cinque anni. Quando sono arrivata avevamo i commissari negli ospedali, i concorsi bloccati, abbiamo fatto un lavoro di riorganizzazione e di potenziamento dell’assistenza che ci ha portato nei mesi bui del Covid a essere una delle migliori regioni sul piano vaccinale e nella gestione dell’emergenza. Certo scontiamo anche noi le difficoltà che hanno tutti. Ma è un impegno preciso quello di incrementare l’assistenza territoriale: abbiamo tanti anziani, tanti borghi sparsi, dobbiamo portare lì la sanità. E ora abbiamo anche l’eliporto per il servizio regionale di elisoccorso che ci consente in 20 minuti di intervenire ovunque.

Per quanto centrale, l’Umbria ha sofferto l’isolamento?

Sì e l’impegno sulle infrastrutture è prioritario. Stiamo rifacendo la Ferrovia centrale umbra che è della Regione e che di fatto era stata abbandonata. Diventa una metropolitana di superficie che collega tutti i borghi che sono l’altro capitolo di sviluppo che voglio potenziare. È proprio qui, dal turismo al distretto del cibo, che stiamo creando un pezzo importante del futuro della regione. Con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini abbiamo già fatto l’accordo per creare insieme alla Toscana la stazione intermedia dell’Alta velocità per far fermare 14 convogli verso il Sud e 14 verso il Nord. L’Umbria che sta in mezzo all’Italia era solo lambita dall’Alta velocità. E poi c’è il punto di forza dell’aeroporto.

Un provvedimento di cui va orgogliosa e un impegno che si sente di prendere?

I provvedimenti sono tanti, ma aver destinato 30 milioni, che in una Regione come la nostra sono tanti, per sostenere le famiglie che hanno figli e accompagnare i bambini dalla nascita all’università mi rende orgogliosa perché per me, per noi del centrodestra la famiglia è il fondamento della società. Nel 2019 l’Umbria era scivolata tra le regioni in transizione. Era una Cenerentola. Il mio impegno è stato quello di risollevarla facendo leva sulle capacità, i valori e l’orgoglio umbro. La mia promessa è di portare la Regione all’eccellenza, perché quello è il posto che le compete.

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Carlo Cambi

Toscano di nascita e di formazione (economico-giuridica) diventa giornalista professionista a 23 anni. Percorre tutto il cursus honorum a Repubblica fino a dirigere le pagine di economia. Nel 1997 fonda I Viaggi di Repubblica - primo e unico settimanale di turismo - che dirige fino al 2005 quando sceglie di vivere a Macerata insegnando marketing del territorio e incontra Maurizio Belpietro col quale stabilisce un sodalizio umano e professionale. Autore radiofonico e televisivo continua a occuparsi di economia ed enogastronomia. Ha scritto una trentina di libri. Il suo best seller? Il Mangiarozzo.

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