Draghi: partirà dai vaccini per risollevare l'economia
Sul prossimo governo «dei competenti» si affollano speranze e incognite. Ecco le previsioni del prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci
La politica romana deve tener presente la reazione emotiva degli Italiani all'arrivo di Mario Draghi: se è vero che i molto giovani e gli anziani lo conoscono poco, è vero che la parte produttiva del Paese sa bene chi sia e quanto vasti siano il suo prestigio e il suo perimetro.
Imprenditori, manager e professionisti associano Draghi a speranza, riscatto e al contrario dell'incompiutezza e dell'incapacità dei politici italiani. Draghi ha fatto bene alla Banca centrale europea, invece governi e Parlamenti hanno fatto male a Roma. Questa convinzione è molto diffusa e quattro passi nei magazzini e nelle mense delle fabbriche e degli uffici del profondo Nord Est lo confermano immediatamente. Lungo le direttive ad alta intensità industriale, da Milano a Trieste e dal Brennero in giù fino alle Marche, lo sfinimento delle risorse e della pazienza ha creato malcontento.
Per queste ragioni è probabile che nessun gruppo politico si prenderà la responsabilità di far cadere il prossimo governo. Draghi governerà e i suoi provvedimenti cominceranno da quella che lui stesso ha definito una tragedia cioè la pandemia. Quanto più rapida e efficace sarà la campagna vaccinale, tanto prima l'economia potrà risollevarsi. A quel punto saranno affrontati e corretti scenari disastrosi come giustizia, burocrazia, formazione, infrastrutture con una determinazione e un sostegno popolare senza precedenti.
Non ci vuole un genio per capire che l'assegnazione delle maestre alle classi va fatta prima dell'inizio della scuola e non a fine novembre. È un fatto tanto chiaro quanto fino a oggi irrealizzabile. E non ci vuole un genio per lasciar perdere monopattini, banchi a rotelle, bonus a pioggia sapendo che non risolvono i problemi strutturali ma creano consenso effimero e soprattutto aggravano inutilmente il debito pubblico.
Gli Italiani si aspettano che finalmente queste situazioni paradossali, incancrenite, consolidate siano finalmente gestite con lungimiranza e risolte. È chiaro che i miracoli non si possono fare e che ci vorranno molti anni per riportare l'Italia in una condizione non drammatica come quella di adesso, però Draghi è un grande passo avanti. L'occasione è storica.
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