giuseppe conte
(Ansa)
Politica

Elezioni Europee, per fortuna è finita questa noiosa e vuota campagna elettorale

Come sempre si è parlato poco di Europa, troppo di Italia e soprattutto di piccole questioni personali

Quella che si chiude oggi è la solita, triste, modesta e quindi alla fine inutile campagna elettorale per le Europee che alla fine saranno un sondaggio reale tra gli elettori sul gradimento del governo Meloni. Basterebbe ricordare che si era partiti anche bene, qualche mese fa, con tutti i partiti (ma proprio tutti) uniti e concordi nel sostenere che «l’Unione Europea così com’è non va bene e che deve essere cambiata». Dai buoni propositi però non si è passati ai fatti, presi in parte dai giochi delle future alleanze che comanderanno a Bruxelles, ed in parte finiti nel vortice delle banali polemiche interne. Abbiamo dovuto ascoltare le analisi di ogni singolo vocabolo pronunciato dal Generale Vannacci nei suoi comizi e nelle comparsate tv, ci siamo sorbiti polemiche sulla Decima Mas e sull’immancabile richiamo al fascismo, abbiamo sentito Conte proporre il Reddito di Cittadinanza Europeo (non potendo più fare i regali in Italia, pretende che sia l’Europa a gettare soldi dalla finestra. e se dovesse andare male poi c’è sempre l’Onu…), il tutto mentre Elly Schlein attaccava sulla sanità (italiana) ed il Premier si prendeva la scena per la famosa parola rivolta a De Luca. Una noia mortale. forse la cosa più divertente è stata la questione dei «detta», da detta Giorgia a detta di mille altre persone con un primatista con ben 6 diversi nomignoli.

Soprattutto un vuoto totale di idee su come modificare e rendere efficace e credibile un’Europa che in questa fase internazionale dalle fortissime fibrillazioni si è dimostrata debole e divisa. Come sempre.

Insomma, a ben guardare le proposte verrebbe voglia di non recarsi al voto ed infatti sono in tanti a sostenere che l’astensionismo crescerà ancora. Ma poco cambia, anzi, anche lunedì quando ci sarà il solito giorno dell’hanno vinto tutti. Con le seguenti motivazioni (che vi anticipiamo).

Ha vinto Giorgia Meloni che porterà a casa più o meno i voti delle politiche (e stare al governo per quasi due anni senza tracolli è già una buona cosa). Ha vinto il Pd ed il suo segretario che si confermano forza di maggioranza nell’opposizione. Ha vinto anche il M5S che perderà voti ma ha avuto il coraggio, unici (così dicono) di aver parlato di Pace. Ha vinto la Lega che cresce (merito del Generale Vannacci stando a chi segue i flussi elettorali). Ha vinto anche Forza Italia che si conferma forza di centro e centrale anche in Europa con il PPE. Ha vinto Renzi che supera con l’alleanza più improbabile di sempre lo sbarramento del 4%. Ha vinto anche Ilaria Salis e chi l’ha candidata dato che hanno dimostrato a tutti gli italiani come una anarchica, pregiudicata, plurinominale denunciata, con (pare) anche dei debiti e che (pare) occupava abusivamente case pubbliche possa essere utile e preziosa in un parlamento. Insomma, se ce l’ha fatta lei ce la può fare chiunque…

E se proprio proprio a qualcuno fosse andata davvero male beh, il tema astensionismo è già bello e pronto per essere usato come arma di distrazione di massa.

In tutto questo permettete un pensiero per il Piemonte. Nessuno, ma proprio nessuno, ha detto e parlato delle elezioni regionali che si terranno sotto la Mole Antonelliana. Un silenzio surreale se pensiamo al baccano di passate (da poco) elezioni regionali come Sardegna, Abruzzo, Basilicata. Elezioni dove la sinistra nella scelta del candidato (anzi, dei candidati) ha dato davvero il peggio di se e forse per questo preferisce parlarne, ma che restano comunque importanti dato che il Piemonte sta vivendo un periodo davvero brillante, come poche altre regioni del paese.

Ma questa è la politica, queste sono le regole delle (solite e banali) campagne elettorali europee.

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Andrea Soglio