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Le pagelle della settimana del Quirinale. Pochi promossi, molto bocciati

Le pagelle della settimana del Quirinale. Pochi promossi, molto bocciati

La lunga settimana del Quirinale si chiude con il mandato bis per Sergio Mattarella, scelta che nessuno 7 giorni fa si sarebbe immaginato. È il segno del fallimento della politica, dove davvero in pochi si possono dire vincitori.

MATTARELLA 8 – Sempre caro ci fu ques’t’ ermo Colle. Disfa gli scatoloni e ci toglie dall’impasse. Comunque la si pensi, va ringraziato.

Dichiarazione del Presidente Mattarella www.youtube.com

SALVINI 4,5 – Ha cercato fin dall’inizio di giocare la parte del kingmaker: non gli è riuscita. Il suo tentativo di rinsaldare il centrodestra intorno a un nome si è scontrato con la realtà dei fatti. Ha provato l’asse con Conte per il blitz sulla Belloni e ancor prima su Frattini: respinto dalle barricate della sinistra. Se non è il Papeete bis, poco ci manca. Dovrà decidere da che parte stare, se con la destra meloniana o i centristi.

CONTE 4 – Se Salvini ha almeno provato a fare dei nomi, lui neanche quello. E’ un condottiero senza truppe, ha ceduto la leadership di fatto a Di Maio. Voleva una donna al Quirinale, e ora cerca, inutilmente, di intestarsi il Mattarella Bis.

DI MAIO 5,5 – Ha ridotto i danni. Si è inabissato per tutto il tempo come un Palombaro di Castellammare. Persegue la sua linea istituzionale tenendo i contatti con Draghi e Giorgetti. Voleva il premier al Quirinale. Per lui Mattarella Bis è una mezza sconfitta. Ma meglio una mezza sconfitta, di una tutta intera.

LETTA 5 – Ha giocato in difesa e di rimessa dall’inizio alla fine, con un partito spaccato a metà tra il nome di Draghi e quello di Casini. Si arreso a Mattarella per salvare la faccia, e il Pd. Ma la resa dei conti è solo rimandata.

RENZI 5,5 – Quasi strappa la sufficienza, lui che puntava su Casini e non c’è riuscito per un soffio. Si conferma stratega senza scrupoli, pronto a fare asse con l’arcinemico Letta quando vede la necessità. Si prepara a guidare, forse, un grande centro con chi ci starà.

BERLUSCONI SV – Segue dalla panchina la partita, il vecchio leone di Arcore. Probabilmente soffrendo per le lacerazioni che attraversano il centrodestra. E’ stato tra i primi a consultarsi con Mattarella per la riconferma.

CASINI 5,5 – Si sentiva già presidente, ma ha saputo prenderla con sportività.

CASELLATI 4 – Si sentiva presidente, e non l’ha presa neanche con sportività.

DRAGHI 5- Poteva e doveva muoversi prima, per avvalorare una sua candidatura. Non l’ha fatto: forse voleva attraversare la palude della politica senza sporcarsi le scarpe. Gli aspetta un anno difficile, con una maggioranza a pezzi.

MELONI 6 – Ha ragione quando dice che, tutto sommato, ha portato avanti la posizione più coerente e identitaria. Si oppone a Mattarella Bis e a qualunque nuovo governo. Lo status quo non la premia: dovrà attendere ancora mesi prima di trasformare i consensi dei sondaggi in seggi. E nel frattempo le faranno la guerra per un nuova legge elettorale.

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