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(Ansa)
Politica

Emiliano tira dritto nonostante tutto. Il piano per il super porto «cinese»

Malgrado i guai giudiziari dei suoi uomini, il leader pd non molla la presa sul progetto per trasformare Bari e Brindisi in un maxi scalo per la Via della seta. E pure su Taranto l’ex pm strizza l’occhio al Dragone

Bari è nella bufera. Il campo largo tra Pd e Cinque Stelle è diventato un campo arato da gelide strette di mano. E mentre c’è grande attesa per sapere quello che Michele Emiliano dirà davanti alla Commissione parlamentare antimafia, il «feudo» del governatore pugliese resiste. L’obiettivo è tenere ben saldo il controllo politico della Puglia, regione che fino a oggi si è comportata come uno Stato autonomo anche garantendo ampio spazio di manovra alla Cina nelle infrastrutture. Oggi il porto di Taranto è gestito dall’Autorità presieduta da Sergio Prete mentre i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli sono gestiti dall’autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale presieduta da Patroni Griffi (nominato nel 2017 dall’allora ministro Graziano Delrio e confermato dal primo governo Conte).

Ebbene, nei giorni scorsi, quest’ultima autorità ha indetto la Conferenza di servizi per l’acquisizione dei pareri propedeutici all’approvazione del progetto di adeguamento infrastrutturale nei porti di Bari e di Brindisi per il miglioramento della capacità logistica, agroalimentare e per l’ottenimento dell’autorizzazione unica Zes. Le determinazioni delle amministrazioni coinvolte dovranno giungere entro il 17 maggio. Il progetto, si legge sui quotidiani locali, punta a rendere più funzionali spazi e strutture di propria pertinenza. In particolare, nel porto di Brindisi è stata progettata la «rifunzionalizzazione di spazi» all’interno del terminal di proprietà dell’autorità. Il progetto prevede la realizzazione, nei porti di Brindisi e di Bari, di aree di sosta attrezzate con servizi specifici in favore dell’agroalimentare, con particolare riferimento alle esigenze dei mezzi di trasporto refrigerati. Tutte le esigenze energetiche legate all’intera iniziativa, è stato aggiunto, verranno inoltre soddisfatte mediante l’installazione di impianti di generazione da fonte rinnovabile. Con quali fondi viene finanziato? Oltre 6 milioni di euro arrivano dall’investimento 2.1 del Pnrr, finanziato dalla Ue. Ma l’operazione è anche strategica: l’obiettivo sarebbe infatti quello creare una autorità portuale pugliese unica mettendo a capo Patroni Griffi. Quest’ultimo è considerato vicino a Emiliano e tra i «fan» della Via della seta, almeno a giudicare dalle dichiarazioni pubbliche fatte negli ultimi anni dall’avvocato barese che, tra l’altro, è anche console onorario della Svizzera a Bari.

Nel marzo 2019, ad esempio, scriveva su Facebook di essere convinto che le Zes fossero «il biglietto per i porti meridionali per la Via della seta». Non solo. A dicembre 2023, i rappresentanti di una grande compagnia cinese operante nell’automotive (la Great Wall Motors, che produce auto elettriche e vuole mettere radici in Italia) erano stati in visita all’Autorità di sistema portuale di Brindisi e il consorzio Asi, incontrando anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci. La strategia potrebbe essere quella di aprire al traffico di auto a bordo di navi della compagnia Grimaldi (cui Patroni Griffi da mesi si vocifera voglia affidare una concessione).

Poi c’è Taranto. La Verità ha raccontato di recente le grandi manovre per rafforzare le mani cinesi sul terminal strategico, aprendo al business della cantieristica navale sfruttando le pieghe del decreto Energia. Il segnale dell’avvio di questa operazione, appoggiata anche dai dem locali, sarebbe la nomina avvenuta all’inizio di febbraio di Alessandro Becce, chiamato al timone di San Cataldo container terminal, la società terminalistica del gruppo turco Yilport concessionaria del molo polisettoriale tarantino. Lo sbarco in Puglia come amministratore delegato è avvenuto a poche settimane di distanza dall’uscita dal gruppo F2i, dove Becce era a capo della holding portuale fino a dicembre. Il suo è un lungo curriculum: dall’aprile 2023 è vicepresidente di Assiterminal, presidente della Venezia port community da luglio 2022, presidente della sezione attività portuali di Confindustria da luglio 2020 a febbraio 2024. Ha avuto incarichi apicali anche nel gruppo Psa (controllato dal fondo Temasek che ha il 22% del suo portafoglio investito in Cina) e dal 2000 al 2004 è stato presidente dell’Autorità portuale di Savona-Vado. Proprio qui, alla fine del 2019, è stata aperta Vado gateway, la piattaforma container che vede alleati i cinesi di Cosco e Qingdao con Maersk. Alessandro Becce è inoltre il cugino di Luca Becce, presidente di Assiterminal che nel 2021 era entrato nella segreteria del Pd e che è anche il responsabile delle risorse umane di Psa in Italia. Società rilevata interamente, a metà marzo, da Psa Singapore comprando dai fondi Infravia e Infracapital e dalla Il Investimenti dell’imprenditore genovese Giulio Schenone (considerato vicino al Pd) il 38% del capitale della Psa Genoa Investments cui fanno capo tre terminal portuali di Genova e Marghera. Il controllo del 100% di Psa Italy dovrebbe essere però solo temporaneo, perché una quota di minoranza dovrebbe essere rilevata in tempi brevi da un altro partner finanziario, e non è escluso che lo stesso Schenone possa in qualche modo essere della partita. Per poi magari fare rotta su Taranto? Chissà. Altri intrecci ci portano al collegamento ferroviario tra Bari e Psa Genova Prà su cui ha investito anche Gts. Quest’ultima è una società barese di proprietà della famiglia Muciaccia che compare tra i finanziatori dell’associazione Piazze d’Italia la quale ha supportato il centrosinistra e la rielezione di Emiliano.

IN merito, riceviamo e pubblichiamo:

Richiesta di rettifica da parte dell'assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci.


Alla cc.aa. Direttore e Segreteria di redazione


Egregi,

in merito ai contenuti dell’articolo di Camilla Conti apparso sia sul settimanale Panorama sia su LaVerità in data 11 aprile 2024 dal titolo “Emiliano tira dritto nonostante tutto. Il piano per il super porto cinese”,si chiede una rettifica ai sensi dell’art.8 della legge 47/1948 a firma dell'assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, come segue:


“Non ho mai partecipato a nessun incontro tenutosi con la compagnia cinese Great Wall Motors né nella data e nel luogo (l’Autorità di sistema portuale di Brindisi) da voi indicati né in altre date e altri luoghi.
Resta inteso che, nell’ottica della strategia di attrazione degli investimenti, quando il Ministero delle Imprese e del Made in Italy insieme ad Invitalia richiedono alla Regione Puglia supporto nell’accoglienza e sostegno a quegli investimenti orientati verso la Puglia dalle suddette strutture nazionali, le nostre strutture tecniche e uffici regionali offrono la doverosa e richiesta disponibilità e collaborazione istituzionale”.

LA REPLICA DI CAMILLA CONTI

Prendo atto che l’assessore non ha mai partecipato a nessun incontro tenutosi con la compagnia cinese Great Wall Motors né nella data e nel luogo (l’Autorità di sistema portuale di Brindisi) indicati nel mio articolo né in altre date e altri luoghi. Dobbiamo però fare un piccolo passo indietro.

Il 15 dicembre 2023 esce un mio articolo in cui scrivo che lunedì 11 dicembre 2023, secondo quanto riportato il 12 dicembre 2023 dall’Ora di Brindisi (https://www.loradibrindisi.it/2023/12/i-cinesi-vog...), i rappresentanti di una grande compagnia cinese operante nell’automotive sono stati in visita per tutta la giornata presso l’Autorità di sistema portuale e il consorzio Asi. Nel pomeriggio, gli emissari della compagnia hanno avuto un lungo incontro con il presidente del consorzio, Vittorio Rina. Al vertice era presente anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci. La compagnia ha preso informazioni sulle aree disponibili nel porto e soprattutto nelle aree retroportuali. Scrivo anche che sul quotidiano brindisino si ipotizza un ruolo attivo di Invitalia, l'agenzia nazionale per lo sviluppo di proprietà del Ministero dell’Economia. L’articolo dell’Ora non mi risulta essere stato smentito nel passaggio relativo alla presenza dell’assessore all’incontro con “gli emissari della compagnia”. Mi sono persa la smentita? O sono stati incontrati quel giorno gli “emissari” di un’altra grande compagnia cinese? In quel mio stesso articolo del 15 dicembre faccio però un passo avanti rispetto alle notizie riportate dal quotidiano locale e scrivo che, secondo indiscrezioni raccolte da La Verità, la compagnia cinese sarebbe la Great Wall Motors che produce auto elettriche e vuole mettere radici in Italia. Il giorno dopo, senza citare La Verità, la stessa Ora di Brindisi riporta la stessa notizia su Great Wall Motors (https://www.loradibrindisi.it/2023/12/e-la-great-w...).

Quindi: in assenza di smentite al quotidiano brindisino (forse me le sono perse o forse all’assessore era sfuggito l’articolo dell’Ora del 12 dicembre?) e al mio stesso articolo su Great Wall Motors del 15 dicembre, ho dato per scontato che all’incontro (non smentito) con la “grande compagnia cinese”, che risultava essere Great Wall Motors (altra notizia non smentita), aveva partecipato anche l’assessore. Noto, inoltre, che in un articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 19 marzo 2024 (https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/brind...) dove l’assessore Delli Noci si definisce speranzoso rispetto alle trattative in corso “con grandi investitori interessati a Brindisi quali Great Wall Motors, Adriatic Green Shipyard e Renantis”. Aggiungendo che “sono stati effettuati una serie di sopralluoghi”, che “gli investitori stanno visitando le aree industriali” e che “noi non possiamo intervenire su un’area privata, possiamo solo generare incentivi, così come stiamo facendo”.

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Camilla Conti