Su energia e difesa l'Europa cerca 200 mld di euro, che non ci sono
Il vertice di Versaiiles ha certificato le necessità economiche sulle due tematiche. Ma le divisioni su nuovi debiti sono profonde
Nell’analizzare il vertice europeo di Versailles bisogna per prima cosa evitare di prendere per oro colato le parole di chi parla di «successo» o di «Europa compatta». Tra questi anche il nostro presidente del Consiglio secondo il quale, appunto, «L’Europa non è mai stata così unita».
Peccato che ad esempio sulle richieste di aumento delle spese e sospensione allungata del patto di stabilità richiesto da diversi paesi, Italia compresa, la premier svedese Magdalena Andersson abbia commentato così: Alcuni Stati cercano sempre nuovi motivi per non pagare le proprie spese ed i propri debiti».
Tensione quindi palpabile anche se tutti sono d’accordo sul fatto che l’invasione russa in Ucraina abbia cambiato qualsiasi tipo di previsione economica e non solo per quest’anno. Due infatti i temi che di fatto stanno stravolgendo le vite dei cittadini europei: la difesa e l’energia. Tematiche che richiedono investimenti enormi per raggiungere gli obiettivi prefissati.Partendo dal legame, mortale, con la Russia ed il suo gas per molto paesi europei, primo tra tutti la Germania e poi appunto l’Italia. Legame che, ormai è chiaro a tutti, dev’essere superato.
La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen ha annunciato al termine del vertice che «l’indipendenza energetica dagli idrocarburi russi verrà raggiunta nel 2027»; insomma, nessuna grossa soluzione a breve termine che obbligherà i singoli paesi a contromisure differenti. oggi, non a caso, Draghi ed il Ministro per lo sviluppo economico, Giorgetti, sono tornati a parlare di nucleare di ultima generazione. e non è la prima volta che il premier spinge in questa direzione agitando la maggioranza (i grillini su questo sono già sulle barricate).C’è poi il capitolo difesa. Il padrone di casa, Macron, ha spiegato che per far fronte alle nuove necessitò difensive che ormai in Europa sono evidenti servirebbe «un piano da 200 mld di euro. Soldi da recuperare attraverso investimenti privati e pubblici seguendo però una strategia comune per gli investimenti in tema di armamenti».
È chiaro quindi a tutti che l’attuale Next generation Eu non basterà; allo stesso tempo però sembra impossibile trovare i fondi in più necessari. Anche perché su tutto resta lo spettro delle conseguenze economiche della guerra con la corsa inarrestabile dei prezzi dei carburanti e di altre materie prima che stanno facendo volare l’inflazione.«Non siamo in una economia di guerra - ha detto Draghi alla stampa - e le notizie su possibili mancanze di generi di prima necessità sono molto ma davvero molto esagerate. Ma dobbiamo comunque prepararci. La discussione che c’è stata è nata dalla relazione del Ministro dell’agricoltura e dello Sviluppo economico che hanno parlato di possibili falle nelle forniture di alcune materie prime. Per quanto riguarda l’agricoltura ho ricevuto rassicurazioni per l’immediato. ma è ovvio che dobbiamo organizzarci in modo da coprire eventuali altre lacune dovute al proseguimento della guerra, fornendoci altrove (Canada, Stati Uniti, Argentina ndr.). E su questo stiamo già lavorando».
Queste le indicazioni di fondo. Sarà poi il Consiglio europeo di fine marzo a prendere delle decisioni vincolanti. Ma già si parla di un nuovo summit straordinario per fine maggio