L'Europa sconfessa la Francia che voleva isolare l'Italia
L'invito agli altri paesi a sanzionare l'Italia per la questione migranti si rivela un boomerang per Parigi. Bruxelles infatti conferma i ricollocamenti previsti
Non è una bella giornata per Emmanuel Macron. Anzi, possiamo affermare che, a leggere le dichiarazioni di oggi, l’Europa gli ha chiuso le porte in faccia. La cosiddetta ritorsione francese contro la linea dura italiana sui migranti, con annesso invito a Berlino a gettare alle ortiche gli impegni sulla redistribuzione dei migranti, sembra essersi sgonfiata nel giro di poche ore. Il portavoce del ministero dell’interno tedesco ribadisce che il suo governo continuerà ad impegnarsi per redistribuire 3500 migranti, come stabilito dagli accordi di giugno. E il presidente del Ppe Manfred Weber, a chi gli chiedeva se la Germania dovesse sospendere l'accordo di solidarietà, come esortato dalla Francia, ha detto che "dovremmo mettere in pratica la solidarietà in Europa, l'Italia merita che gli altri Stati la aiutino". Con buona pace delle isterie francesi, l’Europa cerca un compromesso, guarda all’Italia con una certo pragmatismo e lascia sola Parigi con le sue minacce scomposte.
Tradotto, sembra proprio che ad essere isolato, più che il governo italiano, sia l’Eliseo. La reazione sproporzionata, al limite dell’isteria, di Macron dinanzi al rifiuto di Roma di accogliere la nave Ocean Viking, evidentemente è balzata all’occhio anche in altre sedi istituzionali. Troppo alto il volume delle proteste, troppo aggressiva la risposta, troppa frettolosa la chiamata alle armi contro il governo Meloni, che oggi ha ricordato come da gennaio siano stati accolti più di 90 mila migranti sul nostro territorio nazionale. E troppo fresco, forse, il ricordo dei fatti di Ventimiglia, dove i migranti venivano catturati dalla gendarmeria francese e rilasciati nei boschi italiani al di là delle frontiere. Per non parlare del pugno duro macroniano nella gestione della giungla di Calais. Insomma, nessuno può fare la morale a nessuno: tantomeno Macron.
Gli appelli all’umanità dei francesi nei confronti degli italiani, evidentemente, sono stati avvertiti come stonati. Condannati in Italia anche da forze dell’opposizione, da Calenda a Bonino. E’ chiaro come la gestione dei flussi migratori sia un problema complicato per tutti i paesi in campo. Per Macron, emerge in tutta la sua grandezza anche il nervosismo dovuto al fatto di ritrovarsi in una difficile strettoia politica. Il presidente è rimasto incastrato tra le grida della destra sovranista di Lepen, che considera l’apertura del porto di Tolone come un segnale di lassismo, e l’indignazione della società civile che lamenta una situazione esplosiva in patria sul tema dei migranti.
Ovviamente la partita non finisce qui. Parigi attrezzerà nuove iniziative, scottata dal benservito della Germania. La speranza è questa canea, oltre a sollevare la polvere, possa convincere le cancellerie europee a una revisione delle regole. Intanto i galli d’oltremanica, per ora, abbassano la cresta.