Firenze, se il sindaco non dà l’esempio
Nel capoluogo toscano, il primo cittadino Sara Funaro si muove sulle orme del suo predecessore per cercare di limitare turisti e affitti brevi. Peccato che a Palazzo Bargellini, splendida dimora della sua famiglia, i parenti del primo cittadino diano in locazione appartamenti per periodi più o meno lunghi sui portali specializzati.
L’ultima ideona sembra uscita da un film di Indiana Jones. Premessa: a Firenze i turisti sono troppi. Ammorbano l’aria, sporcano le strade, mangiano in piedi. Ma soprattutto, prendono in affitto gli appartamenti del centro, rubandoli agli onesti residenti. E cosa riesuma la sindaca, Sara Funaro? Un tunnel sotto l’Arno. Farebbe defluire gli animaleschi visitatori, per lasciare spazio agli spossati abitanti. Basta overtourism, Maremma impestata. Nell’attesa, lei marca continuità con l’illustre predecessore, Dario Nardella, che ha trovato riparo nell’Europarlamento. Basta affitti brevi nel centro storico. Si chiudono i rubinetti. Chi ha avuto, ha avuto. E chi ha dato, ha dato. La delibera, chiaramente, non può essere retroattiva. Gli aspiranti locandieri, come ammoniva il concittadino Dante davanti alla porta dell’Inferno, devono «lasciare ogni speranza». Corollario: a essere avvantaggiato, seppur indirettamente, sarebbero coloro che hanno già registrato nell’apposito portale l’alloggio destinato ai viandanti.
Firenze è pioniera. La prima città d’Italia a tentare di porre un freno agli affitti turistici. Funaro non perdona. Del resto, farà di tutto per non sfigurare. L’albero genealogico lo impone. È la nipotissima di Pietro Bargellini, ex primo cittadino democristiano di Firenze, uno dei più amati di sempre. Viene ricordato come «il sindaco dell’alluvione». Si abbattè sulla città nel 1966. L’acqua invase anche Palazzo Bargellini, la splendida dimora di famiglia, che lui aprì magnanimamente agli sfollati. Ancora oggi, quasi sessant’anni dopo, rimane di proprietà degli eredi. Compresi i genitori di Funaro. Del resto, pure lei è cresciuta nell’indimenticabile residenza. Persino a Palazzo Bargellini, però, ci sono immobili che possono vantare l’avversata concessione.
Lo confermano i documenti del comune, consultati da Panorama, «sugli alloggi per finalità turistiche» a Firenze. Nella sterminata lista c’è pure via delle Pinzochere 3, indirizzo della residenza quattrocentesca. Gli immobili sono due. Il primo è gestito da Apartments Florence, la più importante società di affitti esclusivi della città. L’elenco rivela anche gli estremi catastali dell’appartamento. Foglio: 174. Particella: 254. Subalterno: 5. A chi appartiene? Per scoprirlo, bisogna rivolgersi all’Agenzia dell’entrate. E c’è una casa, in effetti, che ha gli stessi dati. La proprietaria sarebbe dunque Antonina Bargellini. È la figlia dell’ex sindaco: Pietro. Nonché la madre dell’attuale sindaca: Sara.
Il sito di Apartments Florence dettaglia: «Questo favoloso monolocale, perfetto per gli studenti, si trova proprio sul lato di Piazza Santa Croce. «Studio Pinzochere» è grande 35 metri quadri. «Si trova al primo piano di un magnifico edificio storico (Palazzo Bargellini), che si affaccia sul giardino interno condominiale dell’edificio». Seguono ulteriori dettagli: «Ha un soggiorno con cucina, un bagno completo con doccia e una camera da letto matrimoniale». E poi: «Mobili squisiti ed eleganti, posizione centrale a pochi passi dalle principali attrazioni turistiche, aria condizionata». Per prenotare bisogna però aspettare quasi un annetto. La prima disponibilità, sondata una settimana fa, sarebbe a settembre 2025. Per due notti, permanenza minima richiesta, la tariffa rimborsabile è di 396,20 euro. Ma Apartments Florence spiega: «L’appartamento dei genitori della sindaca viene locato solo per lunghi periodi, uno o due anni, in particolare a studenti». Nonostante vanti l’ambito codice identificativo, non è quindi affittato a gente di passaggio.
Vessillifero della lotta contro la norma voluta dall’amministrazione è comunque Lorenzo Fagnani, amministratore delegato proprio di Apartments Florence: «Non si può pensare di gestire questo fenomeno a colpi di limitazioni della proprietà privata» assalta. «Far credere che il problema della mancanza di case per residenti si possa risolvere tartassando gli affitti brevi non è solo dannoso per gli imprenditori e tanti fiorentini, che magari hanno ereditato l’appartamento dai nonni. È un tentativo di distrazione di massa. Anche perché, sul tema, può legiferare solo il governo. C’ha provato Nardella, invano. E adesso Funaro persevera diabolicamente. Ma noi continueremo a opporci». I genitori della sindaca sono solo innocui affittuari brevi non praticanti, dunque.
A differenza dello zio, strenuo osservante. L’imperdibile bilocale di Mauro Bargellini, sempre nello storico edificio di via delle Pinzochere 3, viene invece pubblicizzato su Booking. È un alloggio al terzo piano dell’edificio, grande quasi cinquanta metri quadri, con due camere da letto. Costo medio per una notte: circa 200 euro. Tra le etichette dei campanelli, spicca difatti la targhetta «Mauro’s». Anche in questo caso, i dati coincidono con quelli dell’Agenzia delle entrate: solo che, stavolta, il subalterno è il numero undici. L’appartamento, come rivela La Nazione, viene però gestito da Marco Bargellini, il nipote di Mauro. Insomma: nemmeno il palazzo di famiglia è immune dall’epidemia che, per la sindaca, ammorba Firenze.
Tanto che Fratelli d’Italia attacca: doppiopesismo e conflitto d’interessi. Ma Palazzo Vecchio replica: Funaro «non ha nulla a che spartire con l’attività economica» dello zio. Quindi «non ci può neppure essere nessun conflitto di interesse». L’alloggio, si legge ancora, «è gestito da un parente di secondo grado della sindaca». E infine: «Questo non sposterà di un millimetro la battaglia della giunta contro il proliferare sfrenato degli affitti turistici». Bisogna tutelare Firenze: «Perché non perda la propria identità e sia una città vivibile per i fiorentini». La guerra dei piddini comincia un anno fa. Nardella vieta la nascita di nuovi Airbnb nell’area Unesco del centro storico del capoluogo toscano. Lo scorso luglio, però, interviene il Tar della Toscana, che dichiara decaduta la delibera. Non è più valida. Funaro non si scompone: «Andiamo avanti senza indugio». Poche settimane fa, firma la seconda delibera. Ma è una fotocopia della precedente. Proprietari e società immobiliari preparano nuovamente le carte bollate. E pure il Codacons appronta un nuovo ricorso al Tar contro il divieto.
Anche gli altri granducati dem, comunque, sognano la stretta contro gli affitti brevi. Beppe Sala, sindaco di Milano, studia soluzioni. E Roberto Gualtieri, a Roma, vuole seguire proprio l’esempio di Firenze. Eppure, le tre capitali dei progressismo tricolore avrebbero altre urgenze. Basta dara una scorsa all’ultima classifica pubblicata dal Sole 24 ore, che ha raccolto le denunce dei reati nello scorso anno. Le capitali del crimine, nell’ordine, sono: Milano, Roma e Firenze. Nella città rinascimentale, tanto per fare un esempio, le rapine per strada sono cresciute del 56 per cento rispetto al 2022. Primato assoluto. Sempre colpa dei turisti, ovviamente. Borseggiatori incalliti. Funaro promette: «Bisogna dare risposte concrete e puntuali sulle urgenze della sicurezza. È in cima alle nostre priorità». Mai quanto lo «Ius scholae», però: agli studenti stranieri è già stata concessa la simbolica cittadinanza onoraria. E soprattutto incombe la strenua lotta agli affitti brevi. Basta nuove concessioni. Come quelle ottenute a Palazzo Bargellini: la dimora che simboleggia il potere politico fiorentino nel dopoguerra. Solo che il nonno fece rinascere la città dopo l’alluvione. Mentre la nipote, per il momento, s’accontenta del metaforico diluvio di polemiche.