giacomo Bozzoli
(Ansa)
Politica

La giustizia lascia un assassino in libertà ed un politico sotto inchiesta ai domiciliari

Da giorni si sono perse le tracce di Giacomo Bozzoli, condannato dalla Cassazione, come in primo ed in secondo grado, per il brutale omicidio dello zio e che era libero ed in grado di fuggire. Giovanni Toti invece, per cui siamo ancora in fase di indagine, da due mesi è ai domiciliari

Da anni c’è una classifica che ha una certezza per l’ultimo posto, una classifica che mette in fila le istituzioni dello Stato a seconda del gradimento e della fiducia da parte degli italiani. I primi posti cambiano a seconda del momento: c’è il Quirinale, c’è Palazzo Chigi, c’è il Parlamento e qualche ministero poi si arriva al fondo, all’ultimo posto che spetta con una costanza ormai cronica alla Giustizia. Stando ad uno degli ultimi sondaggi sul gradimento e la fiducia degli italiani nella Magistratura hanno risposto «Molto o abbastanza» il 42,9% mentre hanno detto «nulla o poco» il 53,9%, una maggioranza assoluta.

Questo accade un po’ per i tempi, uno dei problemi cronici, e soprattutto perché ci sono decisioni che sono chiaramente strane ed in contraddizione tra loro che non si può non dubitare e pensare male. Da due giorni c’è un uomo, Giacomo Bozzoli, in fuga; si troverebbe all’estero (pare in Francia) con la moglie ed il figlio. Bozzoli è stato condannato due giorni fa all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla distruzione del cadavere. Per la giustizia italiana è stato lui nel 2015 ad uccidere e gettare nel forno della fonderia di famiglia lo zio, Mario Bozzoli. Il processo di primo grado si è chiuso nel 2022 con la condanna all’ergastolo, condanna confermata un anno dopo in secondo grado; due giorni fa la parola definitiva e finale della Cassazione.

Eppure Giacomo Bozzoli era un uomo libero, di fare qualsiasi cosa, compreso scappare. Ed è quello che successo. Secondo un giudice infatti, malgrado la condanna nei primi due gradi di giudizio per un omicidio efferato come pochi altri, nei confronti di un parente stretto, l’uomo non era un rischio per la società e non sussisteva il pericolo della fuga. Insomma, un assassino lasciato in piena libertà.

Dall’altra parte c’è un altro uomo, Giovanni Toti, che dall’8 maggio scorso è agli arresti domiciliari. Il governatore della Liguria è accusato di corruzione ed atti contrari al pubblico ufficio. Avrebbe preso dei soldi da alcuni industriali, avrebbe chiesto favori alle elezioni in cambio di favori politici. Il processo è lontano dal cominciare, siamo ancora alle indagini ed esiste la possibilità concreta (come capita spesso) che nemmeno cominci. Eppure non è un uomo libero. Toti è accusato di aver preso soldi e fatto favori a questo o quell’industriale (accuse tutte da dimostrare, tra l’altro); non ha fatto del male ad una mosca, non è un pericolo per nessuno, nei 4 anni di intercettazioni e pedinamenti non ha mai tentato la fuga. Ed è privo della sua libertà (l’ultima spiegazione dei magistrati genovesi si aggrappa al rischio di inquinamento delle prove, dopo 48 mesi di indagini….).

La magistratura ha lasciato libero uno spietato assassino e tiene rinchiuso politico non ancora andato a processo. Poi non stupiamoci se al prossimo sondaggio invece del 53,9% i dubbiosi e negativi dovessero crescere al 60%.

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Andrea Soglio