Gli Stati Uniti chiedono all'Italia 200 carabinieri da dispiegare in Cisgiordania
(Ansa)
Politica

Gli Stati Uniti chiedono all'Italia 200 carabinieri da dispiegare in Cisgiordania

Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, nel suo discorso in occasione della cerimonia di avvicendamento del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa. Crosetto ha poi aggiunto «Intanto dobbiamo verificare le condizioni di sicurezza, la fattibilità e tutto il resto, poi decideremo»

«Oggi a Gaza è richiesto il nostro intervento dei carabinieri italiani». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel suo discorso in occasione della cerimonia di avvicendamento del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, nell'aeroporto militare di Ciampino. Due giorni fa, in commissione Difesa, Crosetto aveva inoltre riferito della richiesta da parte degli Stati Uniti per l'invio di 200 carabinieri a Gerico, in Cisgiordania, per formare le forze di polizia palestinese. «La richiesta dei carabinieri su Gaza ci è stata fatta direttamente da Antony Blinken (segretario di Stato Usa), ha affermato il titolare della Difesa. «Intanto dobbiamo verificare le condizioni di sicurezza, la fattibilità e tutto il resto, poi decideremo». Evidente che si tratta di una decisione molto difficile da prendere e non solo per il teatro di guerra dove i nostri carabinieri dovrebbero essere dispiegati, ma anche perché occorre una pianificazione accurata che deve prevedere il supporto di altrettante risorse a supporto della missione oltre all’addestramento di coloro che dopo qualche mese daranno il cambio ai carabinieri in Cisgiordania e a Gaza. Secondo le anticipazioni del Corriere dell Sera, è possibile che siano i reparti della 2a brigata mobile carabinieri a operare a Gaza. In particolare, si prevede l'intervento del 1o reggimento paracadutisti, noto come «gruppo intervento speciale», del 7o reggimento «Trentino Alto Adige» e del 13o reggimento Friuli Venezia Giulia. Questa operazione rappresenta una missione bilaterale di cooperazione con le autorità palestinesi, con il coinvolgimento anche di Francia e Spagna, ma con il comando operativo affidato a Roma. Il 15 ottobre dello scorso anno, i 28 carabinieri dislocati a Gerico avevano interrotto la loro missione a causa degli attacchi di Hamas contro Israele. Ora, i vertici delle forze armate americane stanno esortando l'Italia a riprendere l'operazione, questa volta con un contingente significativamente più numeroso in un contesto ancora piu’ rischioso che in passato.

Le missioni italiane nel mondo

Nel 2024, l'Italia è coinvolta in più di 40 missioni operative, consolidando la sua posizione come principale contributore nelle operazioni dell'Unione Europea e, per la NATO, seconda solo agli Stati Uniti. Questo la rende il maggiore attore tra i Paesi europei e il primo tra i contributori occidentali nelle missioni delle Nazioni Unite. Per l'anno prossimo, sono previste tre nuove missioni italiane all'estero, con un finanziamento stimato di circa 45,93 milioni di euro. In particolare, l'Operazione Levante prevede un massimo di 192 effettivi (il termine unità di personale nei documenti ufficiali indica sempre il numero massimo). Il mandato dell'operazione afferma che: « a seguito dell’escalation del conflitto tra Israele e Hamas iniziato il 7 ottobre 2023, il Ministero della Difesa è stato incaricato di fornire supporto per fronteggiare una possibile intensificazione del conflitto e richiede un approccio integrato» Si evidenzia anche «la proroga dell’impiego di un dispositivo multidimensionale per iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nelle aree del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano Nord-Occidentale» che include missioni già in corso come Atalanta e Agenor, insieme alla nuova operazione dell’UE, EUNAVFOR Aspides, con un totale di 642 unità di personale coinvolto.

Avviata il 19 febbraio, l'operazione Aspides ha come scopo principale garantire la sicurezza della navigazione nelle aree dal Mar Rosso al Golfo di Aden, fino al Golfo Persico, svolgendo funzioni di difesa. Come scrive in un suo report l’Istituto Affari Internazionali (AI) «Per le missioni in rinnovo nel 2024, si prevede una consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze Armate impiegati nei teatri operativi pari a 11.166 unità, con una media di 7.632 unità. Questo comporta un fabbisogno finanziario per il Ministero della Difesa di circa 1,365 miliardi di euro, di cui 1,075 miliardi destinati al 2024 e il resto nel 2025. A questa cifra si devono aggiungere anche i fondi degli altri Ministeri (Interno, Giustizia, Economia e Finanze, MAECI) e della e della Presidenza del Consiglio, per una spesa complessiva per il totale delle missioni italiane di 1,825 miliardi di euro (in aumento rispetto agli 1,72 miliardi del 2023)»

Nel corso degli anni il numero di missioni italiane all’estero è aumentato notevolmente senza però che a questo ci sia stato aumento del bilancio. Secondo i dati più recenti del Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il 2023-2025, i fondi destinati alla Difesa per il 2023 ammontavano a circa 27,75 miliardi di euro (corrispondenti all’1,38% del PIL nazionale). Si tratta di una cifra molto lontana dal raggiungimento del 2% del PIL concordato con l’Alleanza Atlantica nel 2014, inizialmente previsto per il 2024, ma già posticipato dal Parlamento italiano al 2028 con una mozione approvata quasi all'unanimità nel 2022. Pertanto, scrive ancora l’AI ci si può interrogare su come l’Italia possa mantenere una presenza sempre più significativa nelle operazioni all’estero, aggiungendo annualmente nuove missioni a un già lungo elenco di quelle attive, senza un aumento proporzionale e adeguato del budget. Ora se l’Italia vuole mantenere lo status raggiunto e non contraddire le proprie aspirazioni in materia di tutela degli interessi nazionali attraverso l’impiego delle forze armate, dovrà riflettere attentamente sulle risorse finanziarie, per evitare ripercussioni sul posizionamento e la credibilità del Paese a livello internazionale, e soprattutto per garantire la sostenibilità di uno strumento militare che è già fortemente sotto pressione senza dimenticare che questo governo ha trovato le casse vuote pesante eredità dei governi guidati da Giuseppe Conte.

@riproduzione riservata

I più letti

avatar-icon

Stefano Piazza