Il Governo battuto sul contante. Prove di pace nel centrodestra e di ritorno della politica
Siamo ormai talmente abituati a dare per morta la politica ed in crisi leader e partiti che quando succede una cosa politica si resta spiazzati. Ma forse dovremo farcene una ragione, soprattutto in questo anni di importanti elezioni amministrative e a 12 mesi dalle politiche 2023.
La notizia politica del giorno è che il governo Draghi è stato battuto per ben 4 volte alla camera precisamente nelle commissioni parlamentari dove si sta esaminando e votando il decreto Milleproroghe. Contro l’opinione dell’esecutivo infatti sono passati gli emendamenti legati uno al dietrofront sull’Ilva di Taranto (legato all’utilizzo dei fondi della famiglia Riva per le bonifiche), uno sulle norme legate alle graduatorie della scuola ed una sui test sugli animali. Soprattutto il Governo è stato sconfitto sulla norma che doveva limitare l’uso del contante a 1000 euro.
Qui Lega e Forza Italia hanno votato contro all’articolo assieme a Fratelli d’Italia. Di fatto su questo il centrodestra si è ritrovato e riscoperto compatto andando contro a tutte le dichiarazioni di queste settimane post elezione di Mattarella bis al Quirinale in cui la coalizione che riuniva Salvini-Meloni e Berlusconi sembrava andata in frantumi.
Le considerazioni sulla coalizione sono numerose in queste ore ma non va dimenticato che da sempre i due partiti di cdx presenti nella maggioranza erano contrari all’abbassamento del tetto da duemila a mille euro che quindi slitta di un anno, dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. Di sicuro è una novità che Lega e soprattutto Forza Italia abbia deciso di andare contro l’indicazione dell’esecutivo e del Presidente del Consiglio.
Ma i partiti «ribelli» gettano a parole acqua sul fuoco per quanto riguarda la stabilità dell’esecutivo. «Sulla questione dei contanti non c’è alcuna preoccupazione sulla stabilità del governo, che noi continuiamo a sostenere con grande convinzione. Il governo è chiamato a portare l’Italia fuori dalla pandemia, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sanitario. Sulla questione del contante noi come Fi ci siamo sempre battuti e non potevamo certamente cambiare la nostra posizione. Quindi siamo soddisfatti della soluzione che c’è stata, ma non c’è nulla a che fare con la tenuta del governo. Se un ministro dà un parere negativo su una serie di emendamenti, questo non ha nulla a che vedere con la nostra leale collaborazione con il premier Draghi».
Sarà ma non si può non notare come soprattutto la Lega stia cercando di recuperare terreno, credibilità e peso nei sondaggi tornando a parlare di politica. Ieri ad esempio è arrivato il successo sul via libera a 5 dei 6 referendum sulla giustizia promossi da Salvini con i radicali e sui quali Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno posizioni identiche a quella della Lega.
E non si può nemmeno negare come proprio in vista delle elezioni si stia cercando in qualche modo, soprattutto su temi come il contante dove il centrodestra aveva da sempre una posizione comune, di non lasciare troppo campo a Giorgia Meloni, forte della sua posizione solitaria di opposizione all’esecutivo.
Tutto questo sta mettendo in difficoltà il Pd (il Movimento 5 Stelle è talmente preso tra liti interne ed i problemi sulla leadership da non riuscire nemmeno a provare a fare un ragionamento politico in prospettiva 2023, dato che non si sa nemmeno se ci sarà un M5S nel 2023…) preoccupato che una posizione troppo «draghista»possa trasformarsi in un boomerang elettorale.
I Partiti e la politica quindi provano a riprendere forza. C’è chi la vede come l’inizio della riscossa, chi come il primo di una lunga lista di gesti per cercare di riabilitarsi e sopravvivere. Di sicuro è stato il primo episodio ed è altrettanto sicuro che non sarà l’ultimo.
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