Il governo fa «la Festa» alle famiglie
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Politica

Il governo fa «la Festa» alle famiglie

Nelle 450 pagine del Decreto Rilancio la parola «famiglia» compare solo 5 volte, la prova del disinteresse reale dell'esecutivo verso quella che è la base della società

IL GOVERNO FA "LA FESTA" ALLE FAMIGLIE...

Sono oltre 400 le pagine dell'ultima bozza del tanto atteso "Decreto Rilancio Italia", che il Governo sta redigendo in queste ore, non senza ritardi e lunghe valutazioni. Tempistiche "giustificate" dalla mole dell'investimento, che prevede ben 55 miliardi da ripartire sui più svariati fronti dell'economia, del lavoro e della società. Famiglia compresa.

Le voci più importanti – sia dal punto di vista economico che per far fronte all'emergenza sanitaria in atto per il nuovo coronavirus – sono sicuramente quelle relative ai soldi stanziati per la sanità e ai provvedimenti per contrastare la diffusione del contagio. Più di 3 miliardi, di euro, infatti, saranno investiti per aumentare di 3.800 unità i posti letto nelle terapie intensive, più altri 4 mila posti di sub-intensiva e, contemporaneamente, si prevede l'assunzione di almeno 10 mila infermieri. Sul fronte sicurezza, invece, è previsto l'azzeramento dell'Iva per tutto il 2020 su prodotti quali mascherine, gel disinfettanti e i dispositivi di protezione.

Quello che però lascia perplessi è la voce relativa alla famiglia che, nel totale delle 437 pagine di bozza, è citata solamente cinque volte. Il che sembra dare la misura di quanto siamo (poco) importante per il Governo e appare come una conferma dei 30 milioni in meno stanziati per l'anno in corso nel Fondo politiche per la famiglia, istituito nel 2006 per promuovere e realizzare interventi a tutela di genitori e figli.

Nel dettaglio il nuovo Decreto con molta probabilità si occuperà delle famiglie solo su alcuni aspetti, riassumibili in quattro punti, che appaiono pochi e non del tutto adeguati all'emergenza in cui l'Italia versa, se pensiamo che la ripresa economica di qualsiasi paese parte proprio dal benessere delle famiglie oltre che, ovviamente, da quello delle imprese. Il documento prevede innanzitutto l'aumento del bonus-baby sitter che dovrebbe essere raddoppiato da 600 a 1.200 euro. Si passa poi ad incentivare lo smart working, ma solo per chi è dipendente del settore privato e con figli minori di 14 anni. Il decreto prevede di potenziare i centri estivi e infine di prorogare – dunque conferma qualcosa di già noto – il congedo parentale retribuito al 50% per i genitori con figli di età non superiore ai 12 anni, ma solo fino al 31 luglio e per un massimo di 30 giorni.

Misure sicuramente utili, ma che onestamente appaiono come una goccia nell'oceano di crisi e difficoltà economiche che sta già travolgendo le famiglie italiane, costrette a sacrifici fin dall'inizio del lockdown e che quindi oltre che col prossimo futuro, devono già fare i conti con i problemi e le sfide di queste settimane. Un macigno destinato ad aggravarsi e che preoccupa e allo stesso tempo indigna, poiché il peso economico, psicologico, sanitario e sociale non è stato minimamente preso in considerazione dal Governo né con i decreti passati né con la bozza del nuovo.

Viene da chiedersi, dunque, che tutto ciò sia il risultato di "semplice" incompetenza nell'amministrare e nel governare o se ci sia dietro la volontà di distruggere completamente il tessuto sociale del nostro Paese. Se la risposta è difficile da dare, la premesse è invece altrettanto chiara: non si può non pensare alle famiglie come prioritarie, perché non si può negare il loro ruolo di cuore pulsante dell'economia e unico possibile futuro per la nostra società.

Per adesso, fortunatamente, stiamo parlando di una bozza che, seppur molto concreta, ha tutti i presupposti per essere modificata e migliorata. Diverse norme del Decreto infatti – che conta ben 258 articoli – sono ancora al vaglio dei tecnici e degli stessi partiti, sia di maggioranza che di opposizione. Su tutte le pagine del documento, infatti, c'è ancora la scritta "da verificare".

Le famiglie italiane aspettano, dunque. E sperano in un "miracolo" legislativo che le risollevi dalla crisi economica e incrementi gli scarni e inesistenti aiuti finora ipotizzati. Le famiglie, però, saranno pronte anche a "verificare" e a non escludere – a settembre e ovviamente in sicurezza – una mobilitazione nazionale a Roma.

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Jacopo Coghe