Governo meloni governo tecnico
Giorgia Meloni (Ansa
Politica

I complottisti del governo Meloni rimangono a bocca asciutta

"Non succederà quello che è accaduto ad altri prima di me" ha sottolineato la premier che oggi vanta una delle maggioranze più solide

Giorgia Meloni mette in qualche modo le mani avanti: “Sicuramente non cadrò per un complotto. Non succederà quello che è accaduto ad altri prima di me”. Lo spettro che ritorna è quello del governo tecnico, del gran ribaltone internazionale del 2011 che disarcionò Berlusconi, dell’attacco finanziario a colpi di spread che ha abbattuto un esecutivo democraticamente eletto, per sostituirlo con il governo Monti.

A far suonare l’allarme è stato il quotidiano “La Stampa”, che ha messo in fila i pezzi è attirato l’attenzione su certi segnali: l’intervento di Draghi sull’Economist, l’incarico europeo per Enrico Letta, l’editoriale del Financial Times sulla “luna di miele finita” per il governo italiano, l’incontro al Quirinale tra Mattarella e Gentiloni. E fioccano i sospetti sul fatto che, proprio come 12 anni fa, ci sia già pronto un “governo di salvezza nazionale” con a capo un burocrate gradito agli ambienti internazionali. “Nessuno pensi ancora una volta di cavalcare la strategia della tensione”, ha detto la premier ha margine del vertice di Malta.

Sui fatti del 2011, con Berlusconi sotto pressione costretto alle dimissioni, ci sono ancora degli angoli oscuri sui quali l’indagine storica non ha fatto piena luce. E però possiamo individuare diverse differenze fondamentali rispetto a quell’epoca. Intanto lo spread è più basso anche solo rispetto a un anno fa, quando al timone c’era Draghi, e in secondo luogo, il governo Meloni vanta oggi una maggioranza assolutamente solida, molto più solida dei numeri ormai traballanti che aveva Berlusconi nel 2011.

Certo, se lo spread impazzisse, in teoria tutto potrebbe succedere. Ma se accadesse, allora si certificherebbe che i poteri finanziari ed europei avrebbero piena libertà di decidere sul colore dei governi. Abbattendo anche quelli basati su numeri larghissimi. Del resto questo governo non ha opposizione in patria, essendo quella di Schlein e Conte una compagine disarticolata e con le idee poco chiare. E quando non c’è un’opposizione palese, è naturale che i vuoti vengano riempiti da opposizioni “supplenti” e “dormienti”, magari al di fuori dei confini nazionali. Insomma, non è detto che qualcuno spari, ma da qualche parte la pistola è stata caricata. Si rischia di scivolare nel complottismo? Può darsi, ma è già successo, e, in altri termini e con altri personaggi, potrebbe succedere ancora.

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Federico Novella