Il bluff delle autostrade pubbliche
L'accordo con i Benetton e la promessa del Governo che possano diminuire le tariffe. Dimenticando la legge del mercato e il bisogno di soldi dello Stato…
«I cittadini tornano proprietari della propria rete autostradale, ci saranno tariffe più basse, maggiori investimenti sulla sicurezza». E magari ti regalano pure un orsacchiotto ai caselli. Assumendo un tono da grillino, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha riassunto con quelle parole i vantaggi che, secondo il governo, porterà l'accordo raggiunto con Atlantia per Autostrade: ridimensionamento dei Benetton, ingresso dello Stato nel capitale attraverso Cdp, quotazione di Aspi in borsa. Una manna per gli italiani, è la tesi del governo trionfante.
Che però, come al solito, si lancia in promesse tra di loro contraddittorie. Che fanno sorgere spontanea una domanda: siamo sicuri che l'operazione azienda pubblica quotata più tariffe più basse più maggiori investimenti dia un risultato positivo? Qualcosa non torna, forse promettere tutto questo bendidio è eccessivo. Vi risulta che l'Enel, azienda quotata controllata dallo Stato, abbia tariffe più basse rispetto ai privati? O che l'Eni venda la sua benzina a prezzo popolare perché il suo azionista è pubblico? Per non parlare di Alitalia che di certo non è mai stata una low cost, neppure ai tempi dello Stato padrone. E come la mettiamo con gli azionisti privati che dovrebbero entrare a frotte nel capitale di Aspi sapendo che le spese di manutenzione aumenteranno e le entrate (cioè le tariffe) scenderanno? E lo Stato azionista che ha bisogno di soldi per ridurre il deficit pubblico, non sarà tentato di trasformare le autostrade in una bella gallina dai dividendi d'oro, esattamente come facevano i Benetton? E per fare proprio il rompiscatole, lo Stato non dovrebbe favorire il trasporto su rotaia invece di quello su gomma?
Insomma, nulla da dire sull'operazione che rimette Autostrade sotto il controllo dello Stato, ma andiamoci piano con le promesse agli italiani: mica vivono tutti nel fantastico mondo dei grillini.