Ita alitalia lufthansa
(Ansa)
Politica

Dopo 50 anni stop al denaro pubblico per Ita (e Alitalia). Dobbiamo festeggiare

Il via libera al passaggio a Lufthansa segna la fine di un passaggio di denaro da 14 mld globali dalle nostre tasche ad un pozzo (di sprechi) senza fondo

Stamattina, nell’ascolto dell’abituale rassegna stampa, in pochi secondi si sono scontrate non solo due diverse visioni aziendali ed economiche, si sono scontrate due ItaliE, quella del passato contro quella del futuro. Quella dello Statalismo e quella della modernità…

Il tema, ovviamente era l’accordo Ita-Lufthansa. Il collega ha subito letto la reazione alla sottoscrizione dell’accodo del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: Quello che so è che da oggi lo Stato non dovrà più versare un euro, finalmente…». Frase a cui è stato chiesto un commento ad un sindacalista dei trasporti (mi perdoni ma non ho fatto in tempo a segnarmi il suo nome…): «Beh, in realtà al 100% da parte tedesca ci arriveremo dopo il 2030 e quindi è presto per dire che lo Stato non pagherà più perché se le cose non dovessero andar bene l’Italia deve riprendersi la sua compagnia…».

Lo Stato come cassa, come Salvatore dei posti di lavoro, che mette mano al portafoglio…

Sono trent’anni che da Alitalia ad Ita la compagnia aerea nazionale è stata un pozzo senza fondo di sprechi e mala gestione. E su questo i sindacati hanno ragione quando lamentano le nefandezze di certa dirigenza e certi governi. Ma dovrebbero però ammettere che negli anni ’60 e ’70 (forse anche dopo) si sono regalati centinaia se non migliaia di posti di lavoro di cui operativamente parlando si poteva fare tranquillamente a meno. Il confronto con la gestione di altre compagnie, soprattutto le asiatiche (gente cui manca nel vocabolario la parola «spreco») è impietoso da questo punto di vista. Mai però abbiamo sentito fare «mea culpa» da questo punto di vista da una qualsiasi sigla sindacale, tanto pagava Pantalone.

Ecco, Pantalone siamo noi, l’altra metà dello Stato. I quasi 14 miliardi di euro che negli anni sono entrati nelle casse di Alitalia sono soldi nostri, di tutti noi; denaro che in buona parte è stato buttato via con manovre sbagliate ma anche attraverso concessioni ai dipendenti impensabili in qualsiasi altra azienda, come i famosi 10 anni di Cassa Integrazione straordinaria durata fino al 2018 con stipendi pagati all’80% (senza lavorare, sia chiaro). Una cosa che allora creò qualche imbarazzo anche dentro lo stesso sindacato…

Quindi oggi non ci si dovrebbe sorprendere se in caso di sondaggio il 99% degli italiani sia dell’opinione di Giorgetti.

Il mondo del Paese che foraggiava la FIAT e l’Alitalia è finito. Nessuna lacrima, nessun rimpianto. Anzi.

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Andrea Soglio