Letta prova a trasformare un pareggio in un successo
L'affluenza alle primarie ieri a Roma e Bologna viene dipinta dal Nazareno come un grande risultato. In realtà è stato solo confermato l'affluenza, bassa, del 2016
«E ora tutti uniti come l'Italia di Mancini», Usa un paragone calcistico Roberto Gualtieri per festeggiare il suo successo alle Primarie del Pd ieri a Roma e Bologna e che vengono descritte dai vertici del partito come un successo. Bisognerebbe però essere chiari ed allora come l'ex ministro dell'economia usiamo il pallone per spiegare che Letta ed i suoi stanno cercando di far passare come una goleada quello che in realtà è un triste pareggio, uno 0-0 che nulla a che vedere con le prestazioni scintillanti della Nazionale di Mancini.
I dati infatti parlano chiaro. Dopo il flop clamoroso nell'affluenza a Torino al Nazareno da due settimane si viveva con terrore il rischio di una seconda Waterloo. Come non capitava da anni c'è stata una mobilitazione di dirigenti grandi e piccoli per evitare il crollo e nel pomeriggio di ieri, con le prime immagini di gazebo tutt'altro che presi d'assalto Gualtieri cercava giustificazioni al limite del comico «è una domenica di gran caldo»… «c'è al partita».
Ma con il passare delle ore la grande paura lasciava spazio all'ottimismo e così poco dopo la chiusura delle urne Letta può twittare la sua soddisfazione: «è stato un grande successo popolare etc etc etc».
In realtà i 44 mila votanti di Roma ed i 27 di Bologna non sono un dato in crescita ma un pareggio delle cifre delle primarie precedenti. Se però in confronto lo si fa con il passato i numeri sono impietosi. A Bologna, tanto per fare un paragone, nel 2012 nella sfida Bersani-Renzi i votanti furono 108 mila, quattro volte tanto quelli di ieri. E stiamo parlando di una città simbolo della sinistra.
A Roma il confronto con 9 anni fa è ancora più impietoso: all'epoca corsero ai gazebo 230 mila persone, cinque volte e mezzo in più di quelle di ieri.
Insomma, un pareggio da squadra di centro classifica con in più un bel problema dato che a Bologna la candidata renziana, Isabella Conti ha conquistato il 40%, un bel gruzzolo di voti contrari al volere della segreteria del Partito.
Questa cosa di mascherare un pareggio o una mezza sconfitta dev'essere una cosa tipica della sinistra, in generale. Ieri in Francia si è svolto il primo turno delle regionali. Il partito di Macron e la sinistra in generale hanno subito una vera batosta (il partito del Presidente è al 10%, un vero e proprio disastro) ma il partito ed i giornali vicini alla sinistra parlano del mancato trionfo di Marine Le Pen.
Giochi di una politica sempre più lontana della gente (in Francia ieri ha votato meno del 33%), giochi di partiti ormai in caduta libera senza peso, forza e capacità di entrare in empatia con le persone. Che hanno ben altri problemi piuttosto che scegliere chi sarà il candidato sindaco in questa o quella città.
E si ricordi Gualtieri, in Italia ci sono 60 milioni di allenatori; cercare di prenderli in giro accostando la politica al calcio è impossibile e controproducente.