draghi gentiloni
(Ansa)
Politica

L'Europa ci sgrida ancora; non ci salva nemmeno Draghi

La reprimenda scritta sui conti e la spesa pubblica sembra ormai una critica pre-compilata che non tiene conto nemmeno della credibilità dell'inquilino di Palazzo Chigi

C’è qualcosa di strano a Bruxelles, una sorta di virus o forse solo un’allergia primaverile. perché altrimenti non si spiega questa necessità di scrivere lettere all’Italia con così tale frequenza e con la solita ramanzina all’interno: «La sospensione delle regole di bilancio (prorogata ndr) non significa un «liberi tutti».Il tema è sempre quello: non abbiamo i conti in ordine, dobbiamo rispettare parametri e indicazioni, ci sono preoccupazioni sulla spesa pubblica e sul debito. Cose già lette e strette.

Ma questa volta la lettera con cui l’Europa vista l’impotenza a livello internazionale sul caso Ucraina, torna a farci la predica con una punta di commissariamento mascherato, ha una forte valenza politica. Il richiamo scritto infatti per la prima volta viene inviato durante il governo Draghi sfatando così la teoria secondo la quale sarebbe bastata come garanzia la presenza a Palazzo Chigi dell’ex numero 1 della Bce per liberarci da ogni sguardo severo e da ogni lettera. Niente da fare, nemmeno Super Mario ha potuto tanto. Così la lettera è arrivata.

All’interno le solite cose; la preoccupazione è legata al Pnrr, ai ritardi, alle riforme che mancano, ai rischi di perdere i soldi previsti. Sapevamo già tutto come ha dimostrato il consiglio dei ministri straordinario voluto pochi giorni fa dal premier italiano per porre la fiducia sul decreto concorrenza, uno scoglio insuperabile per la maggioranza di oggi.

«Serve una politica prudente» scrivono da Bruxelles, aggiungendo che non saranno previsti ulteriori stanziamenti a fondo perso, o mini ricoveri, per sostenere l’Ucraina della sua guerra e nella ricostruzione. Il messaggio da questo punto di vista che l’Europa ci manda è chiarissimo: non possiamo coprire tutte le spese legate ad una crisi. Ce l’abbiamo fatta con il Covid, ma con la guerra in Ucraina non abbiamo i mezzi per fare lo stesso. Peccato però che la gente e le aziende la crisi la stiano pagando, salata, forse ancora più di quella legata alla pandemia. Peccato che l'inflazione ed il caro energia rischiano non solo di frenare la crescita, si teme infatti la recessione.

Ovviamente la lettera ha scatenato le forze politiche che già non vedono proprio di buon occhio questo modello di Unione Europea.Salvini ha attaccato Gentiloni, commissario agli Affari Economici soprattutto sulla riforma del catasto, nodo su cui anche il Governo sembra in fase di stallo da settimane. La Lega teme che dietro la lettera ci sia un giro di vite sulla prima casa e non solo con un inatteso aumento delle tasse. "Se la Ue ci impone di aumentare la tassa sulla casa, si attacca. Se la richiesta della Ue è massacrare i lavoratori, le imprese e i risparmiatori italiani la risposta sarà 'no'" e "ci governeremo da soli" ha tuonato il leader della Lega in mattinata, obbligando Gentiloni ad un mezzo passo indietro: «Nessuno vuole massacrare l’Italia di tasse» ha detto stamane, cercando di placare gli animi.

Ma il dubbio resta e non solo il dubbio che la riforma del catasto alla fine la pagheremo tutti, magari in comode rate, ma che soprattutto il periodo d’oro dell’Italia ma anche di Draghi con Bruxelles sia definitivamente finito.

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Andrea Soglio