Libia, avviso di garanzia a Giorgia Meloni per rimpatrio Almasri - VIDEO
Lo ha annunciato la premier su Facebook. Avvisi di garanzia anche ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato oggi di aver ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Roma per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione al rimpatrio del generale libico Mohamed Almasri. Lo stesso provvedimento è stato notificato al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano.
L’avviso di garanzia, come spiegato dalla premier in un video pubblicato sui suoi canali social, sarebbe stato emesso a seguito di una denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, noto penalista ed ex parlamentare, per il controverso rimpatrio del generale Almasri avvenuto a gennaio con un volo di Stato.
Le accuse
L’indagine, condotta dal procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, ipotizza il favoreggiamento nei confronti delle autorità libiche e l’uso improprio di risorse pubbliche per organizzare il trasferimento di Almasri, figura di spicco dell’intelligence libica. Il generale era stato rimpatriato con un volo di Stato, sollevando critiche da parte di associazioni per i diritti umani e di alcune forze politiche, che avevano denunciato il rischio di violazioni dei diritti fondamentali in Libia.
Il contesto
La vicenda Almasri si inserisce nel quadro più ampio delle politiche italiane sui rimpatri e sulla collaborazione con la Libia per il controllo dei flussi migratori. La Libia è da tempo considerata un Paese problematico sotto il profilo dei diritti umani, con numerosi report di ONG che denunciano torture e condizioni disumane nei centri di detenzione.
Il governo italiano, tuttavia, ha mantenuto accordi di cooperazione con le autorità libiche per il rimpatrio di cittadini accusati di reati o considerati una minaccia alla sicurezza nazionale. Nel caso di Almasri, secondo i critici, il rimpatrio sarebbe avvenuto in violazione delle norme internazionali che vietano i respingimenti verso Paesi non sicuri.
Le reazioni
L’annuncio della premier ha immediatamente generato reazioni nel panorama politico e sociale. Da un lato, Meloni ha definito l’indagine "strumentale" e legata a un presunto accanimento politico nei confronti del suo governo, richiamando anche il processo a Matteo Salvini per il caso Open Arms, conclusosi senza condanna. Dall’altro, l’opposizione chiede chiarimenti e trasparenza. Organizzazioni per i diritti umani, come ADIF, hanno espresso preoccupazione per la gestione del caso Almasri, sottolineando i rischi legati alla collaborazione con la Libia. Allo stesso tempo, alcune forze politiche, come il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, hanno chiesto al governo di spiegare le ragioni dell’operazione e l’uso di un volo di Stato per un rimpatrio di questa natura.
Prossimi sviluppi
L’avviso di garanzia non equivale a una condanna, ma rappresenta un atto dovuto per consentire agli indagati di difendersi. La Procura di Roma continuerà a indagare per verificare eventuali responsabilità penali o amministrative.
La vicenda Almasri potrebbe rappresentare un nuovo banco di prova per il governo Meloni, sia sul piano politico interno sia nei rapporti con l’Unione Europea, che ha più volte criticato le politiche italiane sui rimpatri e il trattamento dei migranti.