Il «loggionista antifascista» è solo l'ultima trovata del Pd in perenne ricreazione
Prima furono le Sardine, poi i giovani di Ultima Generazione, ora tocca a Marco Vizzardelli (già approdato in tv, come da copione)
La ricreazione a sinistra non finisce mai. È tutto un giro infinito di antifascismo, militanza, moralismo, narrazione e disfatte elettorali. L’ultimo tassello è il loggionista della Scala impavido che sfida il presidente del Senato La Russa e resiste alla Digos che si è limitata ad identificarlo.
Tutto appare straordinario, in particolare per il fatto che molti prendano sul serio questa lotta in trincea col papillon. I miti della sinistra per alimentare la propria segregazione rispetto alla società italiana non si arrestano mai. Solo negli ultimi anni vanno citati il movimento delle Sardine, Ultima generazione e naturalmente il deputato della sinistra Soumahoro.
Le Sardine nacquero per difendere la rossa Emilia-Romagna da Salvini, ma tutto è finito con un nulla di fatto o quasi. Un po’ di cariche locali con la sinistra, qualche comparsata in tv, incarichi incolori nel Pd e poi una mano ad Elly Schlein per vincere il congresso contro la dirigenza. Nessuna svolta ideologica o politica, la sinistra sempre lo stesso vale. Così in modo rapido si è passati all’ambientalismo, in nome del quale sono stati perdonati i 5 Stelle un tempo additati come populisti antieuropeisti pericolosi.
Sulla scia di Greta Thunberg e del dogmatismo green, più a favore della decrescita economica che dello sviluppo di nuove tecnologie verdi, sono apparsi i giovanotti scatenati di Ultima Generazione. Posa apocalittica, linguaggio millenarista, blocco del traffico e atti vandalici. Soluzioni pratiche a favore dell’ecologia? Nessuna, ma in compenso molti italiani moderati indispettiti dai disordini. Nel pantheon della sinistra non poteva mancare Soumahoro, la cui cooperativa di accoglienza dei migranti si è distinta per una gestione non proprio specchiata per usare un gentile eufemismo. All’epoca il direttore dell’Espresso Marco Damilano, che oggi solidarizza col loggionista esibendo la carta di identità (che dramma quello della Scala!), gli dedicò una copertina celebrativa: il buon Soumahoro contro il cattivo Salvini. Peccato la realtà abbia mostrato uno scenario più sfumato del manicheismo culturale della sinistra. Resistenza, resistenza, resistenza è stato il grido della campagna elettorale del 2022. Non è andata bene, ha stravinto il centrodestra nonostante un allarme fascismo sbandierato ai quattro venti.
Si arriva così al loggionista militante che, naturalmente, spara ancora la carta dell’antifascismo. Tutto molto appassionante, morale e politicamente inefficace. La sinistra resta minoranza, il governo Meloni non è mai stato così forte in Italia e all’estero, il Pd è fermo nei sondaggi e nel suo arrocco moralistico. Cos’altro? I partiti della destra italiana potrebbero confermarsi alle elezioni europee e contribuire ancor di più al governo dell’Unione Europea. Ma ciò non conta per la sinistra poiché l’importante è creare una narrazione che soddisfi il bisogno di confermare la propria superiorità morale e civile e sfornare miti in nome dell’antifascismo in un paese democratico e liberale da ottant’anni.
Grazie anche e soprattutto agli altri italiani che del giacobinismo, del moralismo e prima ancora del comunismo hanno sempre diffidato.