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Politica

“Per la manovra servono i sacrifici di tutti”

Il governo rassicura: no all’aumento delle tasse. Ma serve la copertura per la Manovra. Ecco cosa ha detto il ministro e quali sono le ipotesi sul tavolo

“La manovra richiederà sacrifici a tutti”. Le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ieri hanno scatenato il caos politico e lo scivolone di Piazza Affari. Dopo poco è arrivata la precisazione del sottosegretario al Mef Federico Freni: "Non c'è allo studio nessun aumento delle tasse per nessuno". Ma sta di fatto che per la Legge di Bilancio servono 22 miliardi e ne mancano tra i 5 e i 10. Le ipotesi sul tavolo sono tante, ma ancora nulla di certo. E Giorgetti, con le dichiarazioni vaghe rilasciate a Bloomberg, ha comunque lanciato un messaggio alla maggioranza al lavoro sulla Manovra.

Il ministro ha chiesto uno sforzo a tutti e lo ha fatto citando l’articolo 53 della Costituzione che chiarisce che tutti sono chiamati a contribuire per le loro possibilità alle necessità della Repubblica, in funzione della loro capacità contributiva. Non si parla di extraprofitti ha sottolineato il ministro. Ma di “andare a tassare i profitti a chi li ha fatti, è uno sforzo che tutto il sistema Paese deve fare. Ci rivolgiamo a tutti, prevalentemente taglieremo spese ma un concorso per quanto riguarda le entrate ci sarà” ha detto Giorgetti. Non solo banche, dunque, ma anche “società piccole, medie e grandi”. E il ministro ha fatto un chiaro riferimento al settore Difesa, per fare esempio. Un altro messaggio è stato lanciato alle partite Iva, facendo riferimento al concordato preventivo biennale per il 2024-25 il ministro ha dichiarato che: “Le categorie interessate devono accettare l’idea di dichiarare di più del passato”.

Ma come sarà articolata questa chiamata di contribuzione per tutti necessaria per la conferma del cuneo fiscale, delle deduzioni per le imprese che assumono e la decontribuzione per le mamme e le misure a favore della natalità e gli sgravi Irpef?

Tra le ipotesi in discussione si parla di un possibile intervento sul trattamento fiscale delle Dta (imposte differite attive delle imprese) e sulle stock option (l’opportunità per i manager delle società quotate di sottoscrivere azioni societarie a prezzi favorevoli). Misura che potrebbe coinvolgere anche settori come le assicurazioni e l’energia. Potrebbe anche essere introdotto un meccanismo con cui le banche possano anticipare liquidità allo Stato.

Altro capitolo è quello delle detrazioni fiscali, sulle quali il governo non potrà che agire con tagli. Potrebbe esserci lo stop ai bonus sulle ristrutturazioni edilizie sulle seconde case ed una stretta sull’ecobonus. E l’introduzione di tetti di spesa massima e in base al reddito per le altre agevolazioni. C’è poi la questione accise sui carburanti. Il governo, in linea con il Pnrr e le raccomandazioni UE, sta valutando un “meccanismo di allineamento” tra le accise sul diesel e quelle sulla benzina.

Nuova sforbiciata poi ai ministeri in aiuto poi alla quadratura dei conti. Giorgetti e la premier Giorgia Meloni hanno esortato i ministri a disciplinarsi con la spending review per evitare tagli lineari. Gli enti locali potrebbero essere esclusi dal nuovo ciclo di riduzione della spesa, ma non i ministeri, che dovranno affrontare una riduzione di sprechi e inefficienze.

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Cristina Colli