Il no della Meloni; l'isolamento di Forza Italia. Anche in Europa moriremo democristiani
Il voto contrario della premier e del primo partito d'Italia divide la maggioranza di Palazzo Chigi e ci espone alle ripicche della Commissione che si muove con logiche politiche di 50 anni fa
Bisogna essere onesti; in Europa la maggioranza del nostro governo si è divisa. Forza Italia ha votato a favore di Ursula Von del Leyen, mentre Fratelli d’Italia e la Lega hanno detto no. In modi diversi. Il voto dei salviniani era annunciato e prevedibile mentre quello dei rappresentati del primo partito d’Italia è arrivato dopo una riflessione durata settimane e deciso (in parte) dal contenuto del discorso programmatico della Presidente della Commissione più attenta a procurarsi l’appoggio dei verdi piuttosto che fare concessioni ai conservatori.
Da Strasburgo le voci che arrivano sono di una VdL quantomeno seccata per il mancato appoggio della stragrande maggioranza del governo di uno dei principali paesi della Ue e c’è addirittura chi ipotizza già la prima ripicca, che ha un nome ed un cognome: balneari.
Non sappiamo se davvero sarà l’ormai annosa questione delle concessioni o qualsiasi altra cosa che verrà usata come ritorsione contro Palazzo Chigi, sta di fatto che da oggi c’è un partito in una posizione delicata. Forza Italia infatti si trova nel centrodestra in Italia e nel centrosinistra (più sinistra che centro, a dire il vero) in Europa. Un bel problema, al punto che le cronache riportano già di un Antonio Tajani indispettito con la premier per il voto contrario e che di fatto isola gli azzurri. Che, ad esempio, dovrebbero spiegare se siano d’accordo con VdL ed il suo nuovo Green Deal, che in realtà è tanto simile a quello passato, dannosissimo per l’Italia e le tasche degli italiani (auto elettriche e case green, a spese nostre…).
Si dirà che è una questione diversa, che a Bruxelles vigono altre regole e Forza Italia risponde al PPE, il partito popolare, di forte matrice tedesca e francese, sicuramente più propensi ad alleanze a sinistra che a destra. Sono però questi i meccanismi bocciati dagli elettori nel voto di inizio giugno.
Il vento di destra di cui ha parlato tutta l’Unione in queste due prime settimane non si è visto, o meglio, la maggioranza lo ha visto benissimo ed in queste prime due settimane di lavoro ha fatto di tutto per limitarlo, bloccarlo, rinverdendo il concetto (terribile) del «cordone sanitario» politico.
Due settimane fa tutti i commentatori ci hanno spiegato che la forza di Giorgia Meloni ed il peso dell’Italia si sarebbero visti con le nomine ed il voto di oggi. Per il momento siamo allo zero, ad una sorta di Waterloo. Ma siamo sicuri che scendere a compromessi per un paio di poltrone ed un concetto amico nel discorso programmatico sarebbe stato un segno di forza e non il contrario?
Detto ciò lasciamo a voi la riflessione di una persona che a Bruxelles bazzica da decenni per riassumere la giornata di oggi: «come si dice in inglese: moriremo democristiani?»