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(Ansa)
Politica

Le parole inutili sui migranti

Il presidente Mattarella ha sottolineato che "l'Unione Europea è consapevole e preoccupata" della situazione italiana per quanto riguarda gli sbarchi. Mentre si attendono risposte che non arrivano, i centri di accoglienza sono al collasso e i residenti delle aree interessate dagli arrivi - come Lampedusa - non riescono a fare impresa, soprattutto con il turismo, a causa dell'immigrazione incontrollata

C'è una domanda che da giorni attende una risposta. Sommerso dagli applausi dei presenti al Meeting di Rimini il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso (che molti osservatori e direttori hanno definito addirittura come illuminato e "manifesto etico morale" come ha scritto stamane il direttore de La Stampa, Giannini) nel quale ha tracciato la linea del Quirinale sul tema migranti, linea che prevede un "ampio numero di ingressi"-

Ecco: ampio è un aggettivo e purtroppo le norme non si fanno con gli aggettivi, ma con i numeri. Quindi? Quale sarebbe secondo Mattarella il numero corretto? Piacerebbe sapere se l'aggettivo "ampio" si può applicare a quanto accaduto nelle ultime 24 ore sull'isola di Lampedusa dove sono stati 63 gli sbarchi che hanno portato sull'isola una volta invasa dai turisti ben 4000 mila migranti.

Le cronache raccontano di una situazione disastrosa, per tutti; primo per i clandestini arrivati stremati alla fine del loro viaggio della disperazione, ma non è che chi si deve occupare della loro "accoglienza" se la passi molto meglio. L'hotspot è perennemente al collasso con un numero di presenti anche triplo rispetto ai posti a disposizione al punto che diventa impossibile compiere qualsiasi tipo di operazione in condizioni più o meno normali.

Difficile è anche la situazione dei lampedusani che sull'isola provano a vivere e addirittura a fare impresa, soprattutto se si parla di turismo con un calo inevitabile delle presenza che mette in ginocchio tutto il sistema economico locale.
Il tema dei migranti è sicuramente complesso ma di sicuro il tempo delle belle parole e dei bei discorsi è finito. Perché terminato l'applauso resta la realtà e la realtà richiede atti e gesti concreti.

Settimana scorsa oltre alle parole di Mattarella da Bruxelles hanno tenuto a farci sapere che la "Commissione Europea è consapevole e preoccupata per quanto sta succedendo in Italia". Parole.

Si tiri una riga, si diano a Bruxelles prima e a Palazzo Chigi poi dei numeri: numeri di ingressi totali in Europa, numero di accoglienza complessiva e quotidiana in Italia. E si agisca di conseguenza. Perché continuando a gestire il tema sull'onda emotiva di belle parole non facciamo il bene di nessuno, nemmeno di coloro che salviamo dal mare e che regaliamo nella stragrande maggioranza dei casi, alla delinquenza di strada.

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Andrea Soglio