Nell’Ue troppi esagitati vogliono combattere lo zar
Se non fosse scoppiata la guerra in Ucraina, probabilmente la maggioranza degli italiani nemmeno saprebbe chi è. Infatti, nonostante da anni sia segretario della Nato, la notorietà di Jens Stoltenberg fino al 2022 era limitata agli esperti di cose diplomatiche e militari
È vero, prima era stato premier della Norvegia ma quando, dopo aver perso le elezioni nel suo Paese, invece di andare a casa fu nominato grazie ad Angela Merkel alla guida dell’Alleanza atlantica, i commenti più benevoli lasciarono intendere che ai vertici dell’organizzazione di difesa europea fosse stato scelto l’ennesimo trombato. Ossia un politico a cui dare una poltrona e uno stipendio. «Un economista senza esperienza nel campo della difesa, un socialdemocratico che ha costruito buoni rapporti con la Russia», fu il commento al veleno della Bbc.
Ex simpatizzante di gruppi marxisti leninisti, contestatore della guerra in Vietnam, in ottimi rapporti con Vladimir Putin e con Dmitrij Medvedev, nonostante fosse figlio di ambasciatori e facesse parte dell’élite politica norvegese, Stoltenberg non sembrava l’uomo giusto al posto giusto. Eppure, toccò proprio a lui subentrare a Anders Fogh Rasmussen, ex ministro danese parcheggiato al vertice della Nato prima di finire la carriera in una banca d’affari. Del resto, dopo la caduta del muro di Berlino nessuno pensava che l’Alleanza atlantica servisse più a qualcosa, prova ne sia che Donald Trump aveva minacciato l’Europa di abbandonarla al proprio destino, limitando la presenza militare americana nel Vecchio continente. Invece, l’invasione dell’Ucraina ha cambiato tutto. Soprattutto ha cambiato il destino di un signor nessuno di nome Stoltenberg il quale, nonostante il suo mandato sia scaduto da un pezzo e per lui sia già pronto un prestigioso e ben remunerato incarico alla guida del Fondo sovrano norvegese, da due anni si atteggia a grande stratega militare, sganciando dichiarazioni esplosive manco fosse un generale. L’ultima è di un paio di giorni fa, quando a proposito dell’utilizzo degli armamenti forniti a Kiev ha annunciato che d’ora in poi potranno essere usati non soltanto a scopo difensivo, ma anche offensivo. In pratica, i missili potranno colpire la Russia anche in profondità.
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