Dietro il No del Vaticano al ddl Zan le paure per la scuola e l'educazione dei giovani
Per la prima volta nella storia la Chiesa chiede la modifica di una legge in discussione in PArlamento isolando sempre più i pochi favorevoli
Una mossa a sorpresa, soprattutto una mossa, anzi, una posizione netta e spiazzante. Perché, diciamocelo, quanto piace ad una certa parte della società questo Papa dalla visione moderna, per certi versi progressista (per alcuni addirittura di sinistra)… Capita però che a volta Papa Francesco su certe cose decida di mettersi di traverso, decida di deludere qualcuno, facendo capire in maniera chiara e netta quale sia il parere suo e della Chiesa. Come successo sul Ddl Zan, il famoso e tanto discusso disegno di legge sull'omofobia e reati annessi.
Bene, dall'altra parte del Tevere è arrivato chiaro, forte, diretto lo «Stop», il no a questa proposta in discussione in Parlamento. «Fermatela, viola il Concordato» è il grido, anzi, il monito lanciato dal Vaticano.
E che si tratti di un vero e proprio allarme lanciato dalla Chiesa lo dimostra anche la modalità utilizzata per questa comunicazione: è infatti la prima volta nella storia che il Segretario Vaticano per i Rapporti con gli Stati invii una richiesta formale al governo italiano. Insomma un gesto dal peso formale e politico incalcolabile.
Papa Francesco è preoccupato soprattutto per quelle che sono le ingerenze sul mondo della scuola di questo Ddl, sia pubblica che privata. Ed è questo intralcio nella libertà di organizzazione che porta al mancato rispetto del Concordato.
La realtà è che, a parte le questioni formali in punta di diritto ecclesiastico e politico-giudiziario, proprio sul portare nelle classi e all'attenzione dei nostri ragazzi questa tematica si combatte il vero scontro tra le due posizioni.
Ed il Vaticano ha scelto di stare con chi, e sono la stragrande maggioranza degli italiani, ritengano eccessivo, sbagliato, per alcuni anche dannoso, portare questa questione tra le aule di scuola.
Capite bene inoltre quali siano state le conseguenze politiche di questa presa di posizione; il fronte del no, già molto ampio e che comprende personalità di spicco del mondo Lgbt, ha trovato nuova linfa per far sentire la propria voce mentre i favorevoli sono sempre più isolati, e deboli. Tra questi il povero Letta che ha fatto di questa battaglia (persa?) uno dei punti di forza della sua segreteria del Pd.
Ora sarà sempre più difficile portare avanti questo Ddl. Una battaglia che sembra ormai una questione più personale che altro. L'Italia ha altre priorità, altri problemi e questioni ben più gravi, ed urgenti da risolvere. restiamo un paese tollerante, moderno con delle leggi già oggi in grado di condannare e punire con severità gesti di intolleranza e violenza legati all'orientamento sessuale di una persona.
Non c'era bisogno, soprattutto in piena pandemia, di tutto questo. E se lo stop arriva anche da Papa Francesco, il più progressista forse di sempre, allora bisognerebbe fermarsi a riflettere ed almeno sospendere. A meno che, come da abitudini di una certa sinistra, anche il Pontefice passi da esempio a populista, da buono a cattivo, a seconda di quello che dice, a seconda se faccia comodo a me o meno.