Per dare un nome ai resti dei Marò trucidati da Tito raccolti 18.000 euro
Grande successo dell'iniziativa della Comunità degli esuli di Lussinpiccolo lanciata da Panorama.it Ecco la lista completa di chi ha finanziato il progetto. All'interno dello speciale un articolo di Luca Urizio sul nuovo lapidario di Gorizia
Un ex Capo di stato maggiore della Difesa, l'Associazione degli incursori di Marina, ma anche i parenti di Norma Cossetto, la martire istriana violentata e infoibata dai partigiani di Tito, esuli, persone comuni e un folto gruppo di amici di Bologna hanno aderito alla raccolta fondi per l'identificazione dei resti dei marò trucidati ad Ossero, sull'isola di Cherso, alla fine della seconda guerra mondiale. Un mese dopo il lancio dell'iniziativa della Comunità degli esuli di Lussino su panorama.it sono stati donati 18.210 euro. Pubblichiamo i nomi dei sostenitori del progetto, che punta a dare un nome e un cognome ai resti di 21 marò della X Mas e 6 militi italiani del battaglione Tramontana di Cherso, che hanno combattuto senza speranze nell'aprile 1945 contro l'avanzata dei partigiani di Tito sulle isole del Quarnero.
Le ossa sono state riesumate 74 anni dopo da due fosse comuni dietro la chiesa di Ossero e traslate al sacrario dei caduti d'oltremare di Bari in 27 cassettine avvolte nel tricolore, ma catalogate come "caduto ignoto". «Per finanziare l'identificazione con esame ultra specialistici compresi i sistemi più innovativi nel campo alla comparazione del Dna si sono mobilitati in tanti. Vengo da Tarvisio, dal confine orientale, ho contributo con entusiasmo - spiega Mario Arpino, ex Capo si stato maggiore della difesa - A nove anni ho visto i carabineiri ammazzati a picconate dai partigiani. I titini, accompagnati dai comunisti italiani, sono venuti a prendere mio padre che è riuscito a scappare dal retro correndo verso gli inglesi che stavano arrivando». Il generale ha guidato gli aerei italiani nella prima guerra del Golfo e suo padre non era un criminale di guerra, ma aveva la "colpa" di essere iscritto la Partito fascista come funzionario amministrativo delle Cave del Predil.
«Norma per mezzo secolo è stata dimenticata e per i marò ci sono voluti quasi 75 anni per riportarli a casa. Per questo la nostra famiglia ha versato un piccolo contributo per identificarli», spiega Loredana Cossetto. Suo padre, Giuseppe, era il cugino della martire istriana, che le ha liberato i polsi legati con il filo di ferro dopo la riesumazione dalla foiba nel 1943.
Alcuni familiari dei marò rintracciati dalla Comunità degli esuli di Lussino hanno partecipato alla raccolta fondi. Tarcisio Arca, nipote di Fabio Venturi, spiega che «mia madre Lucia ha sempre pensato che il fratello fosse disperso. Non avevano neppure idea dove l'avessero ucciso». L'ultimo segnale di vita sono delle lettere e cartoline da Venezia, nel 1944, con il giovanissimo marinaio sorridente davanti alla basilica di San Marco, in attesa di partire per il fronte. «Fabio più che fascista si sentiva italiano. Nelle lettere non parlava mai della guerra e mandava sempre «un saluto alla piccola Lucia», mia madre - racconta il nipote - Adesso ha ottant'anni, ma è pronta a collaborare per l'identificazione. Sarebbe bellissimo portare lo zio da noi a Terni».
L'Associazione nazionale arditi incursori con sede a La Spezia raggruppa i veterani dei Comsubin, i corpi speciali della Marina. Il presidente, contrammiraglio nella riserva, Marco Cuciz, spiega che «abbiamo fatto un versamento come Associazione e inviato i dati per la raccolta fondi a tutti gli iscritti. Per noi erano marinai italiani schierati, dimenticati e alla fine massacrati».
Un'altra associazione d'arma, dei Volontari di guerra, originaria fin dai tempi dei garibaldini ha pure partecipato all'iniziativa.
La Verità ha finanziato il progetto, ma sono tante le persone comuni e gli esuli nella lista delle donazioni. Il giornalista Massimiliano Mazzanti ha mobilitato «gli amici di Bologna, in ricordo della splendida serata del 1996, quando, con il patrocinio del Comune, allora sindaco Walter Vitali del Pd, nell'aula più prestigiosa della città si ripercorse la gloriosa storia della X Mas, con gli interventi del comandante Sergio Nesi, bolognese e di Giano Accame (intellettuale "scomodo" di destra nda), Ugo Franzolin (corrispondente di guerra della X Mas nda) e Aldo Giorleo (veterano della Folgore e giornalista nda)». Fra i sostenitori qualcuno ha "adottato", uno dei fuciliati, come Arrigo Veronesi «per l'identificazione del Marò Giuseppe Ricotta oppure Nino Cozzi per l'identificazione del Marò Iginio Sersanti».
All'idea lanciata da Panorama.it ha dato la sua adesione il deputato di Fratelli d'Italia, Salvatore Deidda, capogruppo in Commissione Difesa. «Insieme alla Comunità Caravella di Cagliari ho deciso di aderire e promuovere l'iniziativa - dichiara il parlamentare - Il 2021 è il centenario del Milite Ignoto e in questo caso sarebbe un segnale importantissimo dare un nome e un cognome ai nostri militari e a tutti gli italiani, ma anche sloveni e croati massacrati dal regime comunista di Tito e permettere ai familiari di avere una tomba dove deporre un fiore per piangere i loro cari riemersi dall'oblio ideologico del passato, giusta o sbagliata che fosse la loro scelta».
Per il "cold case" di Ossero si è messo a disposizione Paolo Fattorini, esperto di identificazione genetica dell'Università di Trieste, con le tecniche innovative chiamate "next generation". E ha offerto gratuitamente il suo aiuto Francesco Introna, cattedratico di Medicina Legale a Bari ed esperto in antropologia forense, che coordinerà la ricerca scientifica.
Da Torino è disponibile Emilio Nuzzolese, responsabile del laboratorio di identificazione personale dell'Università di Torino, persuaso «che - oltre le valenze tecniche sul Dna - potrebbe essere possibile con l'odontologia forense pervenire a maggiori informazioni circa il profilo biologico dei resti umani da identificare, indipendentemente dalla presenza/assenza di schede dentali».
I 18.210 euro raccolti in un mese con 169 versamenti di 219 singoli e associazioni dimostra che il "sangue dei vinti", prigionieri di guerra che si sono arresi, riemerge dalla storia come un fiume carsico. In tempi di pandemia e Caporetto economica il successo della raccolta fondi per dare un nome e un cognome ai resti dei marò di Ossero dipende dal fatto che per oltre 70 anni la loro sorte è rimasta un tabù.
La raccolta fondi prosegue fino al termine di gennaio 2021: "Per l'identifcazione dei marò di Ossero"
Comunità di Lussinpiccolo - Trieste Fondo Ossero IT45P0103002230000003586982 Monte dei Paschi di Siena
Marò in servizio a Neresine sull'isola di Cherso
A Gorizia il nuovo lapidario sui deportati dai partigiani titini
A distanza di 75 anni dal tragico maggio del 1945 continuiamo l'opera di verità per fare luce su una delle pagine più drammatiche della storia locale e nazionale. Il timore di strumentalizzazioni o di suscitare rancori non deve impedirci di onorare la memoria dei nostri fratelli scomparsi.
Per le deportazioni da Gorizia da parte di partigiani comunisti filo jugoslavi abbiamo trovato un nuovo elenco di nomi da aggiungere alla lista già riportata sull'esistente lapidario al parco della Rimembranza del capoluogo isontino. La Lega nazionale ha recuperato presso la Farnesina le liste originali delle deportazioni datate 1 ottobre 1945. Fra le centinaia di documenti, anche inediti, abbiamo trovato un rapporto dell'ambasciatore inglese secondo il quale a Lubiana c'erano circa 4000 prigionieri italiani. La Nunziatura della Sante Sede elenca 1560 persone deportate da Gorizia. Dopo un approfondito lavoro di ricerca sulle liste e sui rientri successivi al 1 ottobre '45, incrociando i dati emersi fino ai nostri giorni, abbiamo ricavato 101 nomi di deportati in più (rispetto ai 665 già riportati sul lapidario esistente nda) e ottenuto l'approvazione dalla Soprintendenza per la posa di un nuovo monumento.
Sul secondo lapidario verranno riportati i nuovi nomi "delle vittime ingiustamente spezzate con le deportazioni (…) per mano di partigiani comunisti filo Jugoslavia". Per la prima volta si individueranno chiaramente i responsabili dei crimini nei partigiani comunisti, come su centinaia di monumenti vengono giustamente ricordate le vittime del nazi-fascismo.
Il 50% dei fondi è stata già reperita, ma serve uno sforzo per compiere l'opera, che potrebbe venire inaugurata il 9 febbraio 2022, alla vigilia del Giorno del ricordo della tragedia delle foibe e del dramma dell'esodo. E ogni anno saranno aggiunti sul nuovo lapidario gli ulteriori nomi dei deportati accertati dalle ricerche storiche.
Luca Urizio
presidente della Lega nazionale di Gorizia
La lista di chi ha finanziato il progetto per l'identificazione
Targa in ricordo dell'eccidio di Ossero
Antonio Terzago, Maria Fa
Massimiliano Mazzanti
Antonio Stagni: per l'identificazione del Marò ucciso a Ossero Gino Civolani
Fausto Biloslavo
Mario Arpino Roma: per X MAS e Militi Battaglione Tramontana di Cherso
Fabio Niboli
Arrigo Veronesi: per l'identificazione del Marò Giuseppe Ricotta
Giovanna Cogolli
Germano Petroni
Marco Roberto Petro
Giorgio Beltrame
Nino Cozzi: per l'identificazione del Marò Iginio Sersanti
Filippo Tagariello
Maria Pia Pastorelli
Galeazzo Bignami
Gian Galeazzo Tesei
Costanza Maria Bendinelli
Salvatore Randazzo
Bruno Bizzarri
Alessandro Minon
Carlo Tosi
Giampiero Baraldi
Luca Pierini
Claudio Ghinelli
Massimiliano Mazzanti, Andrea Marchesini, Martino Ghermandi
Pierluigi Gabriele
Marco Ghinelli
Andrea Corazza
Antonio Damiano
Egidio Robusto
Antonello Montanari
Maurizio Masini Tiziana Zamboni
Fabio Landuzzi
Paola Lamura
Nicola Boscolo Pecchi
Cesare Bovesi
La Verità Digitale SRL Milano
Fabio De Maio
Francesco Stagni
Andrea Zaffagnini
Daniele Carella
Andrea Carlesi
Lorenzo Franceschi
Giovanni Gallotti
Claudio Marchesi
Claudio Laratta
Marco Allasia
Teodora Bianchi
Adolfo Zauli
Massimo Valverde
Edoardo Cataldi
Adolfo Graziani
Alessandro Rosa e Alessandra Rosignoli: Associazione Colle Oppio, Istria e Dalmazia Roma
Pietro Giunti
Andrea Teobaldi
Bruno Antonio Cocciolo
Massimo Piana
Gabriella Giunta, Pierpaolo Zaccanti
Marinella Lucchini
Leonardo Allodi, Maria Concetta Bocchi
Lodovico Maria Ricci
Rodolfo Poli e Giuliana Cobianchi
Marco Fabrizio
Ilaria e Viviana Castelli
Edoardo Candolini Irena Miletic
Nazzareno Mollicone
Cesare e Romana Cavazzi, Magda Punzi
Foscarina e Alvise Pascoli
Giovanni Manente
Carlo Biffi
Fabrizio Monari
Giovanni Padovani
Antonio Tancredi e Maria Grazia Giardino
Pietro Fiocchi
Giovanni Soranzo
Enrico Mancini
Dario e Dorotea Rossi e Giuliana Busetto
Francesco Demattè
Giuliano Cecotti
Fabio Niboli
Andrea Bennicelli
Enrico Gaiani
Dino e Alessandro Casolari Reggio Emilia: Alessandro Casolari vicepresidente Associazione Nazionale Volontari di Guerra
Giorgio Visintin
Monica Scole
Loredana Romano
Maria Elvira Clotilde Scelfo
Francesco Marzotti
Fabio Giuseppe Di Fede e Anna Maria Vitrone
Maria Cristina Giusti e Paolo Guidi
Gian Luigi Guarino
Ada Panozzi e Luca Nonni
Vincenzo Salvitti
Marcello Sterpa
Isabella Bonin
Marco Bodega e Laura Moioli
Ennio La Pia
Fabio Radetti
Armando Vincoli
Carole Schmidt
Nicola Azzali
Federico Vanarelli
Gianfranco Corte
Maria Teresa Volpato
Pier Paolo Guidi e Adriana Viciani
Raffaele Fedocci
Vincenzo Del. Erba
Sergio Cosma
Famiglia Prekop
Associazione Nazionale Arditi Incursori Mar. La Spezia
Alessandro Passante e Mari Renna
Bruno Pasquino Bini, socio ANAIM
Zaccaria Sonio Gabriele Angelo Vitaloni
Manlio Stefano Montagna
Roberto Bertani
Gianni Formentini e Nicol De Vecchi Pellati
Maria Antonietta Montesi e Giu. Grasselli
Sergio Di Michelangelo, Rosita Di Crecchio
Rossana Quattrociocchi, Giacomo
Bruno Cartasegna
Piero Gazzari esule da Zara
Giuseppe Sambruni
Bruno Di Gaeta
Moritz Fontanive e Alessandra Reolon
Fabio Fascinari
Matteo Nardoni
Grubock Michaela Andrea Carbonari
Giuliana Menghi Ferrero
Massimiliano Mazzanti Andrea Marchesini Martino Ghermandi
Filippo Lazzara
Maria Baldan Gino Corvaro
Diana, Dino, Loredana Cossetto, Giovanni Sorgo
Cristian Longhini
Corrado Giraffa
Sergio Santini
Paolo Pocecco Anna Karin Redlich
Giuseppe Marzuttini
Giuseppe Portolan Angela Favret
Stefano Marangoni Cinzia Barlaam
Cai Xiaote
Roberto Bois
Roberto Basolu
Giorgio Moranduzzo
Franco Flaibani Giovanna Patané
Isidoro Bianchi
Luigi Ruggeri
C.te Alberto Falconi
Angelo Pacifici Paola Bianchini
Filippo Castoldi Francesca Moncelli
Paolo Casotto
Roberto Cipolla Maria Grazia Borettini
Giovanni Bellani
Dionino Castellano
Tullio Tulliach Onore ai Martiri di Istria, Fiume Dalmazia
Maria Capocasale Gian Maria Carchini
Alberto Cuffaro Monica Cosul Benacchio
Emanuele La Carrubba
Francesco Saverio Pisogni
Comandante Antonio Cuozzo
Roberto Lanzoni Consigliere Ass. Volontari di Guerra RE
Luciano Bernardini
Fabio Rossi
Marco Albino Tirelli Danila Antonielli
Paolo Peruzzini
Licia Giadrossi Gloria
Giovanni Poletti
Marco Azzolin
Salvatore Piccolo
Giovanni Donzella
Federico Scopinich
Alberto Frisia
Angelo Mancinelli Maria Teresa Rossi
Roberto Toffolo Matelda Mazzocca
Cristiano de Eccher Maria Cristina Corsi
Luciano Badesso Silvana Beltrami
Luciano Badesso e Silvana Beltrame
Emilio Guidi
Tarcisio Arca e Benedetta Spina
Valeria Cocconcelli
Flavio Asta e Nadia De Zorzi
Sergio Capozzi
18210 euro alla data del 21 gennaio 2021