Nessun asso pigliatutto di Fdi. Il centrodestra raggiunge il compromesso sulle nomine
Paolo Scaroni e Flavio Cattaneo, graditi a Lega e Cav, al vertice di Enel invece di Stefano Donnarumma. Il comandante Gdf Giuseppe Zafarana all’Eni. Confermato Claudio Descalzi. In Terna il primo ad donna.
Altro giorno di passione a Roma. La lista delle nomine per le partecipate di Stato sarebbe dovuta essere pubblicata martedì prima della mezzanotte, complice il viaggio del titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti in direzione Stati Uniti. La riunione del pomeriggio non era, infatti, bastata a sbrogliare la matassa dei nomi. Così si è approfittato di una sosta intermedia per una seconda call. In realtà nemmeno la tranche notturna è bastata a individuare le caselle dei presidenti. Si è dovuti arrivare alle 20 di ieri per avere la lista delle big. E le sorprese non sono state poche. Innanzitutto il film - a dire il vero alimentato dalla stampa - della «Meloni pigliatutto» non s’è visto. A cominciare dall’Enel dove andranno in qualità di ad Flavio Cattaneo e di presidente Paolo Scaroni. Nella lista di martedì nessuno dei due era presente. O meglio: Scaroni era stato segnalato per Poste e Cattaneo non era pervenuto. Al suo posto sarebbe dovuto andare Stefano Donnarumma, attuale ad di Terna. Cosa è successo? Molto probabilmente il duo Matteo Salvini e Gianni Letta ha chiuso la partita e il cerchio sulla seconda azienda energetica del Paese. Non è infatti un mistero che con gli attacchi esternati dal deputato leghista Alberto Bagnai lo scorso 23 febbraio e destinati a Claudio Descalzi, il Carroccio aveva voluto tracciare un linea. Come a dire: la conferma del numero uno dell’Eni sarà una casella da attribuire a Fratelli d’Italia e non alla maggioranza intera. Ciò sembra essere avvenuto.
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