Il Governo toglie qualche restrizione ma la Lega sulla Dad non vota
Draghi presenta norme meno restrittive ma sulle regole della dad (eliminata per i vaccinati) scontenta Salvini che non vota
Sempre meno restrizioni, un green pass con una validità illimitata e misure ad hoc per la scuola. Il Consiglio dei ministri di oggi ha dunque approvato un nuovo decreto per la scuola e il certificato verde. Al voto non hanno però partecipato i ministri della Lega perché hanno ritenuto le nuove misure sulla scuola discriminatorie verso i bambini non vaccinati. Nel testo del decreto sarebbe infatti stato deciso come per le scuole primarie fino a quattro casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con le mascherine FFP2 da parte dei docenti e degli alunni che hanno superato i sei anni, fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo. La differenza tra vaccinati e non sarà fatta solo quando in classe si verificano cinque o più casi di positività accertati tra gli alunni. E dunque, chi darà dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guarito da meno di 120 giorni o dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, oppure di avere effettuato la dose di richiamo, potrà continuare ad andare in classe, portando però la mascherina FFP2 (per coloro che posseggano un’idonea certificazione di esenzione dalla vaccinazione, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2). Per gli altri alunni si applica la didattica digitale integrata per la durata di cinque giorni. Stesso schema è stato deciso anche per gli studenti della scuole medie e superiori. Decisioni più soft per la gli asili e le scuole materne dell’infanzia. In questo caso se in classe si verificano fino a quattro casi di positività accertati, l’attività prosegue in presenza per tutti e le maestre dovranno indossare la mascherina FFP2. Se i contagiati dovessero salire a cinque, nella stessa classe, allora ci sarà una sospensione delle attività per cinque giorni.
Il decreto approvato oggi durante il Consiglio dei ministri ha però preso decisioni anche in merito al green pass e più in generale sulle restrizioni che non varranno più per chi è vaccinato e si trova in zona rossa. Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda il certificato verde questo avrà durata illimitata per chi ha fatto la dose booster di vaccino oppure per chi si è contagiato dopo aver fatto due dosi. Decisione, quella sul green pass, che risultava essere necessaria dato che chi aveva fatto la terza dose tra settembre e ottobre si sarebbe ritrovato nel giro di un paio di mesi senza una certificazione valida. Draghi ha inoltre anche sottolineato come “nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura. Sulla base dell'evidenza scientifica, e continuando a seguire l'andamento della curva epidemiologica, annunceremo un calendario di superamento delle restrizioni vigenti". Precisazioni sono inoltre state fatte anche per gli stranieri che vengono in Italia. Questi potranno infatti accedere ai servizi e alle attività italiane solo se muniti di green pass da vaccinazione o da guarigione. Il testo del decreto precisa inoltre come “Il test antigenico (..) non è obbligatorio in caso di avvenuta guarigione successiva al completamento del ciclo vaccinale primario. Nel caso di vaccinazioni con vaccini non autorizzati o non riconosciuti come equivalenti in Italia, l’accesso ai servizi e alle attività di cui al primo periodo è consentito in ogni caso previa effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo (..) avente validità di 48 ore dall’esecuzione se rapido o di 62 ore se molecolare”.
Piano nazionale ripresa resilienza
Nel Cdm di oggi si è parlato anche dei piani legati al Pnrr che i vari ministeri devono mettere in campo. La ricognizione fatta oggi ha dunque fatto un punto sulla situazione degli obiettivi che devono essere realizzati entro il primo semestre dell’anno. La valutazione è stata positiva sia in relazione allo stato di attuazione degli investimenti che sul lato delle riforme, considerando che nell'ambito delle procedure di attuazione del Pnrr, al 31 gennaio 2022, le varie amministrazioni titolari di interventi hanno emanato 113 bandi e avvisi per un importo complessivo pari a circa 27,86 miliardi di euro. Da sottolineare come ad oggi sono aperti 48 bandi (23,17 miliardi). Ricordiamo che quest’anno l’Italia dovrà conseguire 100 obiettivi per il Pnrr, di cui 83 milestone e 17 target. 45 sono da portare a termine entro il 30 giugno 2022 (scadenza che ha collegato il rimborso di 24,13 miliardi), e 55 obiettivi entro fine anno. Anche per questa è associata una rata di rimborso pari a 21,83 miliardi. Dei milestones e target previsti entro giugno 2022, tre risultano già conseguiti.