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La nuova Rai Lega-M5S, comincia il conto alla rovescia

Il 18 luglio verranno votati i quattro consiglieri d'amministrazione di nomina parlamentare e stanno per sciogliersi anche i nodi del Copasir e della Commissione Vigilanza. Ma le alleanze politiche non sono ancora chiare e il Pd rischia di restare col cerino in mano...

"La scelta dei componenti del futuro consiglio di amministrazione della Rai sarà un momento molto importante della democrazia e un vero banco di prova per la legislatura".

Parola del presidente della Camera Roberto Fico che ha scelto Facebook per annunciare che  il 18 luglio il Parlamento eleggerà i quattro membri del nuovo Consiglio di amministrazione della Rai (quello attuale è scaduto il 30 giugno scorso): due saranno scelti dalla Camera e due dal Senato tra i poco più di duecento che hanno mandato il loro curriculum. Gli altri due sono a cura dal governo (che indicherà quindi il nuovo amministratore delegato) e il settimo, un dipendente Rai, sarà eletto il 19 luglio dai colleghi dell’azienda.

Si delinea quindi il perimetro della nuova Rai dopo il rinvio dovuto al mancato accordo sulle presidenze del Copasir e della commissione di Vigilanza. Vanno tradizionalmente alle opposizioni e ad oggi tutto fa pensare che nella prima si insedierà il Pd e nella seconda Forza Italia, con Lorenzo Guerini al Copasir (sempre che si raggiunga un’intesa e che alla guida della bicamerale dei servizi non si insedi invece Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia) e Alberto Barachini, ex giornalista Mediaset ora in Parlamento, alla guida della Vigilanza. Fino a ieri per la poltrona era favorito Maurizio Gasparri, inviso però ai Cinque stelle.

Il 18 luglio sarà  la giornata i cui nodi dovrebbero cominciare a districarsi: i nuovi vertici della televisione pubblica saranno scelti alle 11 e 30, alle 9 è convocata la commissione di Vigilanza sulla Rai e a alle 10 si svolgerà la prima riunione del Copasir. I gruppi parlamentari hanno tempo fino a lunedì 16 luglio per presentare alla Presidenza di Montecitorio la lista dei nominativi dei propri componenti per gli organismi di garanzia e il 19 le commissioni eleggeranno i loro presidenti.

IL RUOLO (CRUCIALE) DELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA

Per designare il nuovo presidente della Rai, nominato dal Cda tra i suoi membri e quindi di matrice governativa, serve  il voto di ratifica della Commissione di Vigilanza Rai con una maggioranza di almeno due terzi. In commissione la Lega ha però un peso politico limitato  rispetto agli alleati grillini, forti di una rappresentanza che poggia sul 32 per cento. Per raggiungere la maggioranza necessaria in questo caso occorrerebbe coinvolgere anche Forza Italia e Fratelli d’Italia.

PARTITA A SCACCHI TELEVISIVA

Essendo politicamente tutto ancora per aria, non è ancora chiara quale sarà la ripartizione politica dei consiglieri d’amministrazione votati dal Parlamento: tre di area governativa e un quarto di opposizione, di colore politico ancora incerto o, ma è improbabile, due governativi e due di opposizione.  Se Forza Italia si insedierà alla presidenza della Commissione potrebbe dover rinunciare, come contropartita, a un consigliere d’amministrazione, a favore del Pd. Ma non è escluso neanche, in questa partita a scacchi televisiva, che il Pd resti fuori da tutto.

I NOMI DEI CONSIGLIERI

Il vicepremier Luigi Di Maio, ospite del talk show In Onda su La7, ha promesso che in Rai il governo “metterà persone al di sopra di ogni sospetto di appartenenza politica”. L’obiettivo è nominare un amministratore delegato "che abbia la capacità di mettere mano a quell’azienda con una visione innanzitutto manageriale".

Sarà davvero così? I consiglieri andranno scelti tra i candidati che hanno inviato il proprio curriculum per partecipare alla selezione pubblica. Tra  le candidature pervenute (sono più di 200)  spiccano i nomi di Michele Santoro, Giovanni Minoli, Fabrizio Del Noce, Dino Giarrusso (l’ex conduttore delle Iene a cui è andata male la corsa con i grillini Parlamento) e degli ex consiglieri d’amministrazione Rai Rita Borioni, Giancarlo Mazzuca, Carlo Freccero, Franco Siddi e Arturo Diaconale, oltre a Vincenzo Novari ex amministratore delegato di H3G e tra gli altri Andrea Lorusso Caputi, ex direttore della produzione Rai.

Dalle parti del Pd fanno sapere che, non essendo ancora chiaro se potranno avere un rappresentante in cda, non si stanno occupando di selezionarlo. Il Movimento 5 stelle invece è molto avanti con i colloqui.  

IL TOTODIRETTORE GENERALE E ll TOTO PRESIDENTE

Per la direzione della Rai si parla di Fabrizio Salini, ex direttore de La7, di Gianmarco Mazzi e del manager di Google Fabio Vaccarono. Per la presidenza, invece, si fanno i nomi di Ferruccio De Bortoli, Milena Gabanelli, Carlo Freccero oltre a quello di Giovanni Minoli.

LE DIREZIONI RAI

Insediati i vertici, sarà poi la volta dei direttori. Insieme a Alberto Matano, spinto dal M5S verso il Tg3 o addirittura il Tg1 che ora conduce, sono ben messi  la direttora di Raifiction Eleonora Andreatta, di cui ha simpatia anche Vincenzo Spadafora, il sottosegretario M5s molto ascoltato da Di Maio, e Luciano Flussi. In campo leghista spiccano quelli che in azienda si sono tenuti sempre ben distanti dal mondo renziano: a partire da Gennaro Sangiuliano del Tg1 , da Paolo Corsini, vicedirettore di Rai Parlamento  e Ludovico Di Meo, vicedirettore di Raiuno. Ma dal Tg1 spera in un avanzamento anche Leonardo Metalli, grillino della prima ora, quando il M5S non andava ancora di moda in Rai.

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Antonella Piperno