Caos seggi. A Palermo molti sono chiusi perché manca il Presidente (e c'è la partita)
Sono molte le sezioni non operative: il racconto (in diretta) degli elettori rassegnati che non possono votare.
Palermo, Ore 10.30. Per caso nel bel mezzo di un giorno di vacanza notiamo un capannello di persone davanti ad una scuola dove si vota, un seggio elettorale che nel capoluogo siciliano vale anche per le elezioni comunali. La prima sensazione è di una piacevole sorpresa: «ma guarda che bello» - commento con il tassista - «quanta gente che vota. Non l’avrei mai detto…».
«Ma quale fila» spiega lui «guardi che è uno dei seggi chiusi perché manca il Presidente… sa, con una domenica così bella e poi stasera c’è la partita…».Il capoluogo della Sicilia in effetti oggi aspetta solo la sfida di stasera che potrebbe riportare i rosanero in serie B, ovunque è un esibizione di magliette, bandiere e sciarpe a coprire quei pochi manifesti elettorali.
Tra chi aspetta di votare c’è rassegnazione, non rabbia. E la sensazione che ormai la politica sia un fastidio, una cosa inutile, «tanto» confessa una signora «qui non cambia nulla». Ed è davvero difficile non darle ragione visto l’accaduto con il Viminale costretto a precettare una trentina di persone disponibili per poter consentire il voto a tutti.
Perché per alcune ore, per centinaia di persone non è stato così. E da domani questo, più che i risultati, più che vincitori e vinti, dovrebbe essere il tema di riflessione centrale dei nostri politici locali e nazionali. Se il principio fondamentale della democrazia, cioè il voto, viene dopo una partita di calcio o una domenica sulla spiaggia affollatissima di Mondello allora la situazione è grave. Anzi, drammatica