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Il conto dei voti: chi ha vinto e chi perso davvero

Confrontando i consensi reali presi dai partiti rispetto al 2018, ecco chi è cresciuto e chi calato. Con qualche sorpresa... - POLITICHE 2022, I RISULTATI DEFINITIVI

Ci sarà tempo e modo per un'analisi profonda dei flussi elettorali che hanno marchiato a fuoco le Politiche 2022, segnando una profonda discontinuità rispetto al passato con la vittoria di Fratelli d'Italia, l'implosione del centrosinistra e le difficoltà della Lega di Matteo Salvini. Una prima lettura dei numeri rimanda, però, una fotografia per certi versi sorprendente su cosa sia accaduto nelle urne lo scorso 25 settembre, soprattutto se messo in parallelo con quanto emerso nel marzo 2018 e cioè nella tornata precedente delle Politiche.

Non tutti i raffronti sono perfettamente sovrapponibili, sia per la fluidità del quadro dei partiti tra il 2018 e il 2022 che per la diversa composizione dei seggi, dopo la riforma sul numero di parlamentari. La certezza è che sono spariti circa 3 milioni di voti, la differenza tra l'affluenza del 72,94% del 2018 e quella (da record negativo) del 63,91% del 2022: meno votanti che hanno inciso direttamente sulle percentuali raccolte dai singoli movimenti che si sono presentati.

Conteggiando i volti veri, espressi nelle urne dagli elettori, il dato clamoroso che balza all'occhio è la moltiplicazione dei consensi di Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni ha quasi quintuplicato i suoi consensi: da 1,429 milioni a 7,300: un guadagno di 5,8 milioni (+410%) che significa, anche ad un'analisi superficiale, essere andata a pescare nel bacino di un po' tutti i concorrenti, da destra al centro. I dati riportati si riferiscono alla votazione per la Camera.

Tra i grandi che si sono presentati, solo Fratelli d'Italia ha un saldo positivo rispetto al 2018. Tutti gli altri hanno perso e in alcuni casi dimezzato il proprio peso elettorale. Restando al centrodestra che governerà il Paese nella prossima legislatura, la Lega Nord di Matteo Salvini ha bruciato 3,2 milioni di voti in quattro anni, passando da 5,7 a 2,5 (-56%). Il crollo è stato accentuato soprattutto al Nord dove in alcune delle regioni storicamente leghiste c'è stato il sorpasso di Fratelli d'Italia. Forza Italia ha retto il colpo e vinto le Politiche 2022 come coalizioni, ma ha smarrito per strada 2,3 milioni di consensi (da 4,6 a 2,3) accentuando un calo che è tendenza già dal 2013, quando Silvio Berlusconi aveva raccolto 7,3 milioni di preferenze. Anche il quarto vagone della coalizione, pur essendo non comparabile rispetto al 2018, ha inciso meno: Noi con l'Italia/UDC si era arrampicato fino a 427.152 voti mentre Noi Moderati Toti, Brugnaro, UDC si è fermato poco sopra i 250mila.

Il centrosinistra è stato il grande sconfitto politico di questa tornata elettorale, uno tsunami che ha portato al passo indietro del segretario PD Enrico Letta: non si ricandiderà nel congresso che ha preannunciato nei prossimi mesi. Dal punto di vista numerico, però, la performance del Partito Democratico nelle urne è stata migliore rispetto a quella degli altri partiti. I voti reali bruciati sono stati 800mila (da 6,1 a 5,3 milioni) con un calo del 13% nettamente inferiore rispetto a quelli di Lega Nord, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, passato dal record storico di 10,7 a 4,3 milioni di consensi (meno 6,3 milioni che significa -59%). E' vero, però, che l'emorragia di voti nel PD è continua: rispetto al 2013 ne mancano oltre 3 milioni.

+Europa ha fallito la soglia di sbarramento del 3% per una manciata di poche migliaia di voti (ha annunciato che chiederà il riconteggio) e le sarebbe bastato ripetere la performance del 2018 (841.468) invece di bruciarne poco meno di 50mila (-5%). In arretramento anche il SVP, da 134mila a 117mila, non presenti le formazioni di estrema destra che nel 2018 avevano attirato complessivamente circa mezzo milione di elettori. Il cosiddetto Terzo Polo di Calenda e Renzi (Azione-Italia Viva) non ha sfondato ma ha comunque raccolto oltre 2,1 milioni di preferenze. Sottratte a chi? Analisi più approfondite lo spiegheranno, i numeri dicono che non tutti quelli che hanno vinto possono festeggiare fino in fondo e non tutti quelli che hanno perso lo hanno fatto, almeno dal punto di vista statistico, nello stesso modo.

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Giovanni Capuano