Luxottica
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Politica

Questo ponticello non s’ha da fare

Sembra proprio di essere nel Seicento descritto da Manzoni: una Sovrintendenza blocca la struttura per superare un torrente. Risultato: 50 milioni di euro di investimenti vanno persi.

Tra i tanti guai che la nostra obsoleta e pesante burocrazia arreca agli italiani c’è anche quello di porre un freno agli investimenti delle grandi aziende italiane, tant’è vero che alcune delle aziende più grandi, poche, restano a produrre in Italia pur tra mille difficoltà. Ultimo caso è quello di Luxottica; per lo stop ad un ponte - che in Italia ormai non fa più neanche notizia -, ebbene, questo stop mette a rischio un investimento da 50 milioni di euro. Si tratta della costruzione di un ponte-passerella su un torrente per mettere in connessione lo stabilimento Luxottica di Agordo (Belluno) con la cittadina montana.

Lo stop al ponte, come ci informa il quotidiano locale Il Gazzettino, viene dalla Sovrintendenza regionale dopo che la regione Veneto aveva dato il suo benestare. A questo punto, il gruppo, non solo ha fermato il progetto relativo, e cioè il ponte che nei piani della società avrebbe realizzato nuovi spazi, tra cui parcheggi e una struttura per ospiti e partener internazionali, ma ha bloccato anche piani più a lungo termine nell’area con la possibilità di destinare altri investimenti in altre parti. D’altra parte, è ben difficile non dare ragione alla dirigenza di questa grande multinazionale che da lavoro a moltissime persone.

È un’azienda di altissima qualità e un gioiello dal punto di vista anche del prodotto: cosa ci sta a fare il colosso dell’occhialeria in un posto evidentemente inospitale e che non comprende le ragioni dell’impresa ma solo quelle di una burocrazia vecchia e stantia che applica modelli ottocenteschi pur essendo oramai vicini all’intelligenza artificiale? Non si tratta di un ponte che deve unire le due rive del grande fiume Volga, si tratta di un ponticello che deve unire le due rive di un torrente, quindi, a impatto ambientale e anche visivo, molto relativo. Io penso che la Sovrintendenza avrebbe dovuto discutere su come farlo ma non sul se farlo perché, come ha dichiarato il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin: «L’importanza di Luxottica per l’Agordino e per il tessuto economico e sociale dell’intero territorio bellunese è palese». Questo ci porta a fare una riflessione ben più ampia sul rapporto fra burocrazia e imprese nella quale non ci sfugge l’importanza della salvaguardia del patrimonio artistico e naturale del nostro Paese, ma non ci sfugge neanche una qualche punta di fondamentalismo che bada alle ragioni che dicevamo prima in modo eccessivamente radicale e, spesso, non prova neanche ad armonizzarle con le ragioni dell’imprenditoria e del lavoro.

A quante manifestazioni, per esempio - bloccate dalle varie sovrintendenze regionali -, che dovrebbero svolgersi in luoghi interni alle città, con tutto l’indotto positivo commerciale, viene ad opporsi il diniego per pericoli di «rovinare, alterare, distruggere» i luoghi nei quali questi concerti o altro dovrebbero tenersi? Quante volte abbiamo assistito a progetti imprenditoriali importanti cui è stata negata la possibilità di realizzazione per motivazioni che poi, ad un’analisi attenta, si sono rivelate completamente inconsistenti? E quante volte abbiamo assistito a posizionamenti nelle città, soprattutto in quelle benedette-maledette rotonde, di sculture o opere sedicenti d’arte che spesso hanno provocato problemi intestinali a coloro che le guardavano? In certe città sono state piazzate nei centri storici, inutile ora fare l’elenco, dei veri e propri obbrobri di sedicenti artisti spesso amici di questo o di quello.Vittorio Sgarbi ne ha indicati, ne indica e ne indicherà molti, in alcuni casi anche con effetti positivi. Quindi occorre riconsiderare questi rapporti tra burocrazia e impresa perché bloccare 50 milioni di euro di investimento per un ponte su un torrente appare qualcosa di assoluta irragionevolezza. Ci sarà di certo un modo per realizzare quell’attraversamento in modo tale che la Sovrintendenza sia contenta, lo ritenga adeguato e pensi che non sia lesivo del patrimonio naturale e paesaggistico. Mi pare che, comunque sia, non convenga bloccare un investimento di così grande rilevanza per un ponticello su un torrentello. Basta metterci un po’ di cervello.

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Paolo Del Debbio