«Non si sa se piangere o ridere...»; la delusione della Basilicata davanti al caos della sinistra
Il cambio, triplo, di candidato nella coalizione dell'opposizione ha aumentato malcontento e sfiducia già presenti in una popolazione che si sente abbandonata
La Basilicata in questo momento rappresenta un vero e proprio campo di battaglia, dove la gente è confusa e spera di ritrovare la serenità politica con una scelta definitiva e affidabile del centrosinistra. In questi ultimi giorni, il Pd e il M5s si sono cimentati nell’ardua decisione sul candidato Presidente da designare per le elezioni regionali del 21 e 22 aprile. Da mesi si sentiva parlare di Angelo Chiorazzo Presidente, ma nell’ultimo periodo Chiorazzo ha fatto un passo indietro per lasciare spazio a Domenico Lacerenza, sostituito in ultimo da Piero Marrese. A Matera, nella centralissima Piazza Vittorio Veneto, gli umori oscillano tra sentimenti e atteggiamenti diversi: rabbia, paura, malcontento e anche menefreghismo.
“Hai visto che ha fatto il PD? Io non sono d’accordo, ci facciamo comandare da Roma. E poi, chi è questo signore pugliese che è nato a Barletta, questo Lacerenza, l’oculista che non ha mai fatto politica? Meno male che si è ritirato. Almeno Marrese, che è quello che hanno scelto adesso, almeno lui è della provincia di Matera. E poi adesso la scelta del Presidente tocca a Matera, è il turno nostro”. Il malcontento è forte racconta Antonio, pensionato di 72 anni.
Poco distante, c’è Margherita, di 60 stanca di dare fiducia a una politica che promette, prende voti e fugge “Quando mio padre ha deciso di ritornare a Matera nel 1970, noi che vivevamo in Svizzera l’abbiamo seguito e abbiamo sbagliato. Gli avevano promesso un lavoro, ma niente da fare, l’abbiamo presa giusto in quel posto. Solo illusioni e promesse vane. Alla fine, siamo ritornati qui e ci siamo arrangiati. Da quel momento non credo più nella politica e quello che è successo in questi giorni nel Pd mi fa ridere e piangere insieme. Qui manca il lavoro. La gente ha paura di perdere quello che ha e le persone, per non perdere quel poco che hanno, stanno zitte perché c’è il parente che lavora, che deve mantenere quello che ha e per questo non vogliono metterlo in difficoltà. Ma non voglio dire altro, nemmeno voglio dire qual è il mio cognome perché poi non voglio avere problemi con nessuno. Non è che ho paura, ma a volte quando parli e dici troppo non va bene”.
In piazza c’è anche chi protesta per mantenere il proprio posto di lavoro dopo la riduzione dei volumi delle commesse da parte della TIM. A manifestare sono in tanti e anche Maria vuole dire la sua “Ho quasi 30 anni, sono mamma e ogni giorno mi impegno per fare qualcosa di buono per la mia famiglia. Questa storia della scelta del candidato Presidente per il Pd alle regionali e tutta la confusione che hanno creato, sinceramente fa rabbia. Da tempo, si parlava di Chiorazzo. Era il candidato scelto da Speranza, l’ex ministro. Così si diceva. Poi all’improvviso l’hanno bruciato e hanno fatto il nome di Lacerenza, voluto da Conte. Poi di nuovo bruciato per Marrese, voluto da chi? Non lo so. In tutto questo caos, penso al mio lavoro e al fatto che potrei perderlo. Penso ai fatti miei, al fatto che nessuno ci aiuta. Dov’è la politica quando si ha bisogno?”.
Anche don Angelo, volto noto della città dei Sassi, conosciuto per il continuo aiuto offerto ai più poveri tramite la parrocchia di San Rocco, attraversa la piazza e fa le sue considerazioni in merito all’argomento politico e alla scelta complicata del centrosinistra sul presidente da designare. “Purtroppo, c’è ancora la scelta di voler decidere a livello verticistico. Forse non crediamo nelle nostre ricchezze, nelle nostre prerogative e nelle nostre capacità nel poter dare a questa nostra terra un volto nuovo. Che è quel volto che la nostra terra ha in sé e che ha bisogno di essere svelato. Speriamo che non sia ancora una volta una scelta calata dall’alto e che esclude le persone”. Mentre don Angelo si accinge a ritornare in parrocchia, ecco arrivare Stefania, impiegata di 54 anni. “La situazione in Basilicata è uno schifo. C’è tanto precariato e la Regione non fa nulla per i nostri ragazzi. Posti di lavoro zero, Sanità zero. La Regione continua a dire che tutto dipende da Roma, ma noi ci aspettiamo più niente da chi sceglie di fare politica. Adesso il verdetto tanto atteso è Piero Marrese, non conoscevo Lacerenza. Ma cosa può fare Marrese per noi? Sono delusa da tutti, è inutile sprecare energie ed è inutile sperare perché ognuno pensa ai fatti propri”.
In vista delle prossime elezioni, non c’è grande euforia in piazza a Matera. C’è anche chi si lamenta per la totale assenza delle donne in politica. “Perché il Pd e il M5s non hanno puntato su una donna Presidente? Il caos l’hanno creato, ma almeno potevano farlo con una punta di originalità. Ci siamo “sputtanati” sulla stampa e in televisione per essere allo sbando. Siamo arretrati come lo è l’Italia. Le donne in Basilicata sono assenti dalla politica. Io non ho paura e so che potremmo fare molto per il futuro dei nostri figli. Potremmo migliorare l’Università e creare posti di lavoro per evitare la fuga dei cervelli. Potremmo anche migliorare la situazione dei ristoranti a Matera. Siamo in tanti e si può fare di più e meglio ”.
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