Il punto sui soldi post alluvione in Emilia Romagna
Il governatore Bonaccini incontrerà il commissario Figliuolo il 30 agosto. Sul tavolo tutte le sfide e la lentezza dei lavori
L’alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna a maggio ha scatenato una serie di sfide significative nella fase di ricostruzione. I numeri raccontano una storia di stanziamenti, spese e ritardi che hanno messo a dura prova la regione e la sua capacità di riprendersi da questa catastrofe naturale.
Dei 4,5 miliardi di euro messi a disposizione dal governo per la ricostruzione delle aree alluvionate, solo una frazione minima è stata utilizzata. Gli amministratori locali hanno speso appena 60 milioni di euro, rappresentando appena il 5% dei fondi totali. Questo divario tra gli stanziamenti e le spese effettive solleva domande sulla gestione dei fondi e sulla tempistica dell'implementazione dei programmi di ricostruzione.
Il processo di allocazione dei fondi è stato influenzato dai decreti emessi dal governo. Il primo decreto, pubblicato a giugno, ha assegnato 1,6 miliardi di euro per rispondere alle emergenze del territorio. Questi fondi sono stati indirizzati principalmente verso ammortizzatori sociali (620 milioni di euro per la cassa integrazione e 300 milioni di euro per la sicurezza dei lavoratori) e un fondo per le imprese con alto livello di export (300 milioni di euro). Tuttavia, solo una piccola parte di questi fondi è stata spesa fino ad ora, con 30 milioni per la cassa integrazione, 18 milioni per gli autonomi e 11 milioni per le imprese.
L'entità dell'impatto economico dell'alluvione è evidente nei numeri legati ai costi dei lavori di ricostruzione. La Regione Emilia-Romagna ha annunciato un piano di interventi per un totale di 116 milioni di euro. Di questi, ben 41 milioni di euro sono destinati a 22 cantieri nella provincia di Ravenna, 13 milioni e 600mila euro saranno investiti in 14 cantieri nel forlivese-cesenate e altri 54 milioni di euro copriranno 26 cantieri nel bolognese. La situazione è altrettanto critica in altre province, con 4 milioni destinati a 9 interventi urgenti nella provincia di Rimini e un milione di euro per 6 lavori nel modenese, oltre a 3 milioni per 2 cantieri nel reggiano. Tuttavia, nonostante questi sforzi, la sensazione predominante è che le risorse attuali siano insufficienti a restituire la normalità alle comunità colpite. L'incertezza sulla situazione futura è accentuata dai numeri legati ai piani di finanziamento a lungo termine. Il commissario Giuseppe Figliuolo ha dichiarato che per la ricostruzione verranno impegnati 1,28 miliardi di euro nel 2023 e ulteriori 1,6 miliardi nel periodo tra il 2024 e il 2025. Tuttavia, rimane un senso di preoccupazione sul fatto che i progressi compiuti non siano all'altezza delle sfide che la regione sta affrontando. Nonostante la convocazione di un tavolo tecnico con le Autorità e gli Enti regolatori della Regione, la situazione lascia in sospeso l'interrogativo se, dopo tre mesi dagli eventi alluvionali, siano stati raggiunti risultati significativi.
Nonostante l'entità dei fondi stanziati, una sfida cruciale riguarda la distribuzione e l'utilizzo efficace di tali risorse. C'è una discussione in corso riguardo alla destinazione di 1 miliardo di euro rimanente, teoricamente destinato al dopo-alluvione. Gli amministratori locali intendono chiedere l'uso di questo importo per altre voci di spesa, ma la questione dell'approvazione da parte del Tesoro rimane incerta. Inoltre, vi è un dibattito sull'allocazione complessiva di 4,5 miliardi di euro, che include gli 1,6 miliardi del primo decreto e i circa 2,7 miliardi del secondo. Mentre i primi non sono destinati alla ricostruzione, i secondi sono distribuiti su tre anni, con 800 milioni quest'anno, 750 milioni il prossimo anno e 850 milioni nel 2025, destinati esclusivamente alla ricostruzione pubblica.
Sebbene siano in corso molti interventi di ricostruzione, emerge una preoccupazione sulla loro efficacia nel ripristinare adeguatamente la situazione pre-catastrofe. La Regione di Emilia-Romagna ha annunciato progetti per un totale di 116 milioni di euro. Questi includono 22 cantieri in provincia di Ravenna, 14 nell’area trà Forlì e Cesen e 26 nel bolognese. Tuttavia, emerge una discrepanza tra le dichiarazioni di mancanza di denaro da parte della Regione e le visite di supervisione effettuate dal commissario straordinario alla Ricostruzione, il generale Figliuolo.
Un problema centrale è rappresentato dalle difficoltà che molti enti, in particolare i comuni più piccoli, affrontano nell'avviare interventi urgenti. La mancanza di fondi e competenze tecniche interne crea un ostacolo significativo nell'affrontare la gestione del territorio, dal ripristino delle infrastrutture alla gestione dei corsi d'acqua. Inoltre, la mancanza di chiarezza e di criteri di prevenzione rende difficile affrontare le sfide a lungo termine. È evidente la necessità di un approccio più strutturato che coinvolga la Regione nell'attuazione di interventi preventivi.
Nonostante i numerosi ostacoli, emerge la volontà di affrontare la sfida della ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna. Gli sforzi del commissario straordinario Figliuolo e degli amministratori locali sono chiaramente evidenti. Tuttavia, rimangono questioni irrisolte, tra cui la distribuzione dei fondi rimanenti e l'efficacia delle misure preventive. Mentre i numeri raccontano una storia di sfide e ritardi, sono anche un richiamo alla necessità di una gestione più efficace, una collaborazione tra i livelli di governo e un focus sui bisogni delle comunità colpite.