UniCredit-BPM: Salvini torna a invocare il golden power, sarebbe la prima volta per investitori italiani
Il blitz di Unicredit su Banco-Bpm resta al centro del dibattito. Non solo finanza ma anche politica.
Le dichiarazioni di Matteo Salvini e Matteo Renzi hanno portato alla luce i dubbi che circondano l’operazione fino a minacciare l’uso del diritto di veto attraverso lo strumento del Golden Power. Una partita in cui di intrecciano preoccupazioni reali con interessi di parte considerando che, sotto attacco c’è una banca come quella guidata da Giuseppe Castagna che vanta un forte radicamento nel nord-est. Esattamente il campo trincerato dove il partito sviluppa il massimo del potere.
Matteo Salvini ribadisce il suo impegno nel difendere i risparmi degli italiani e l'occupazione. Durante un’intervista a RTL 102.5, il vicepremier ha parlato del ruolo cruciale che le banche rivestono nel sistema economico, affermando che nonostante siano soggetti privati, esse operano anche con il pubblico, custodendo i risparmi e decidendo il destino economico di aziende e cittadini. Per Salvini, una banca non può essere considerata solo un’entità privata, poiché ha una responsabilità verso l'economia e la società. “L'abbiamo già visto in passato,- dice - quando, a causa delle leggi europee, molte piccole banche sono state costrette a chiudere”. Ricorda quanto fosse diverso il rapporto con le banche quando “conoscevi chi lavorava allo sportello”. Esisteva anche il tema della fiducia, e non era tutto delegato alle normative europee. “Ecco perché questa ipotizzata fusione di Unicredit, che di italiano ha ormai poco - considerando che la composizione azionaria è perlopiù straniera - mi preoccupa. Stiamo parlando di una banca controllata da stranieri, che va a fare acquisti di altre banche italiane per poi chiudere sportelli in Italia, licenziare personale e trasferire i risparmi degli italiani all'estero. Permettetemi di difendere ciò che rimane dell'italianità del nostro sistema bancario”.
Matteo Renzi, risponde, nella sua consueta Enews. Accusa Salvini di “aver perso il contatto con la realtà” dopo aver risolto, a suo dire, “l’emergenza trasporti” per dedicarsi ora alle banche. Al centro del dibattito c’è la possibilità di utilizzo del Golden Power. Si tratta di uno strumento che consente al governo di intervenire in operazioni economiche di rilevanza strategica, specialmente quando queste coinvolgono settori cruciali come l'energia, i trasporti e le comunicazioni. La normativa, introdotta nel 2012, è stata estesa in seguito per includere anche il settore bancario, prevedendo la possibilità di esercitare i poteri speciali nelle operazioni intra-UE, come nel caso dell'acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit.
Michele Carpagnano, giurista e fondatore dell'Osservatorio Golden Power, ha sottolineato come l’esercizio di questi poteri in relazione a investitori italiani sarebbe un caso unico. La legge prevede che i poteri speciali possano essere attivati qualora un’operazione rappresenti una minaccia per la sicurezza o l'ordine pubblico, ma il caso Unicredit suscita dubbi considerando che si tratta di una banca italiana. Nel caso specifico, Unicredit ha già fatto sapere che intende presentare le comunicazioni necessarie al governo per valutare l'operazione, ed è possibile che il governo decida di attivare il Golden Power per salvaguardare gli interessi economici e sociali del paese. Secondo Carpagnano, negli ultimi anni il governo ha esercitato i poteri di Golden Power in soli due casi in cui sono state imposte prescrizioni o addirittura è stato vietato l’acquisto di partecipazioni, come nel caso della Safran o della Cedacri. Tuttavia, le decisioni prese dal governo sono soggette a ricorso davanti al Tar del Lazio, come dimostrano alcune precedenti battaglie legali.
Il dibattito in corso sul futuro delle banche italiane evidenzia la tensione tra la necessità di tutelare i risparmi degli italiani e il rispetto per le normative europee e il libero mercato. Da un lato, Matteo Salvini invoca l'uso del Golden Power per difendere l’autonomia economica del paese e tutelare i posti di lavoro, mentre dall’altro Matteo Renzi critica un governo che sembra allontanarsi dalla realtà delle esigenze dei cittadini e delle piccole imprese.
Il settore bancario italiano si trova a un bivio: sarà possibile mantenere un equilibrio tra gli interessi finanziari globali e la protezione delle risorse nazionali? In un contesto di crescente globalizzazione dei mercati, la sfida per il governo sarà capire come conciliare gli interessi privati con quelli pubblici, garantendo al contempo la sicurezza economica e la stabilità sociale.