Rigurgiti rivoluzionari-terroristico-anarchici alla Sapienza di Roma che una certa politica appoggia
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Rigurgiti rivoluzionari-terroristico-anarchici alla Sapienza di Roma che una certa politica appoggia

Un microfono ha registrato le parole delle assemblee nella facoltà di lettere all'università di Roma, occupata dagli anarchici e dagli studenti che ripetono slogan cari agli anni di piombo. E da cui la sinistra non si è ancora dissociata come dovrebbe

Che cosa sta montando all’interno del mare magnum anarchico-rivoluzionario? Vale la pena indagare, anche considerando cosa è riuscita a mandare in onda ieri sera la trasmissione “Quarta Repubblica”, su Rete4. Nell’ambito delle manifestazioni pro-Cospito, i microfoni sono entrati in incognito all’interno di un’assemblea universitaria alla Sapienza di Roma. I proclami che ne sono usciti, al riparo dalle telecamere, hanno dell’inquietante. Ignari della registrazione, gli studenti hanno inneggiato ai terroristi rossi. “Alfredo Cospito è un caso esemplare – si sente dire dall’interno dell’università – E come lui sono stati ricordati i compagni delle Br che sono in carcere da 40 anni. Quello che è stato fatto negli anni ’70 e ’80 ha avuto tale valore che ancora adesso lo Stato” maledice “quelli che chiamano Anni di Piombo e che invece sono stati anni rivoluzionari”. E ancora: “Se Alfredo morirà sappiamo chi sono i responsabili. In quel caso la lotta continuerà, non finirà certo con la sua morte e sarà ancora più determinata. Chi sta dall’altra parte deve rendersene conto”.

Queste sono le parole in libertà carpite tra i collettivi studenteschi, mentre è in corso un attacco anarchico internazionale alle ambasciate italiane. E su mentre Cospito si infiamma la polemica politica, dopo gli attacchi di Donzelli e la visita in carcere della delegazione Pd. Parole che pesano come pietre, e che si saldano a una galassia neo-rivoluzionaria pronta a tutto per scardinare le regole del 41 bis.

Il punto è che di questa galassia non conosciamo ancora i contorni. E’ una miscela culturale intrisa di fanatismo e giustificazionismo, che trova sponde, spesso inconsapevoli, tra le file degli intellettuali che nei confronti del detenuto anarchico pretenderebbero l’indulgenza delle istituzioni.

Servirebbero prese di posizione chiare, prima che la faccenda sfugga di mano. Strizzare l’occhio alla sinistra estrema è un gioco pericoloso. Chi dialoga con quel mondo? Chi ha rapporti con l’estremismo universitario? Chi è considera Cospito “un compagno che sbaglia”, un po’ come i brigatisti dei tempi d’oro del terrorismo?

Anziché perdersi nelle polemiche di bassa lega del palazzo, esiste un universo politico-culturale che ha bisogno di un esame di coscienza. Deve guardarsi dentro, per capire se al suo interno ci sono ancora parassiti rivoluzionari che ancora nel 2023 non hanno studiato la storia più cupa del nostro Paese. E ancora oggi non sanno ciò che dicono.

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Federico Novella