La confusione di Selvaggia Lucarelli tra i casi Meloni e Mogherini
La giornalista ha accusato il presidente del Consiglio di incoerenza per le sue vecchie critiche all'ex ministro, ma l'argomentazione non regge
È un'argomentazione curiosa quella usata da Selvaggia Lucarelli contro Giorgia Meloni. In un articolo sul Fatto Quotidiano, la giornalista ha accusato di doppiopesismo il presidente del Consiglio sul caso Giambruno. Il motivo? La Meloni pretenderebbe oggi quella “comprensione” che lei stessa tuttavia avrebbe negato all’allora Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Federica Mogherini quando, nel 2016, si commosse pubblicamente a seguito degli attentati terroristici di Bruxelles.
“Insomma, ancora una volta, dopo il comunicato via social sulla fine della sua relazione con Andrea Giambruno, Giorgia Meloni chiede comprensione per il suo difficile momento personale, perché povera donna, è un essere umano, mica un robot. E lo ammetto, per poco non mi sono lasciata fregare”, ha scritto la Lucarelli, per poi aggiungere: “Federica Mogherini, ai tempi Alto Rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, mentre parlava a una conferenza stampa a seguito degli attentati di Bruxelles, si era commossa. Del resto, con 32 morti e 340 feriti, era più che comprensibile. Comprensibile per tutti tranne per chi? Per Giorgia Meloni”. La Lucarelli ha quindi ricordato che la Meloni criticò duramente le lacrime della Mogherini, definendole una “figuraccia” ed esortando la diretta interessata a dimettersi. “Ma tu pensa”, ha concluso la giornalista, “I 32 morti di Bruxelles richiedevano freddezza, le battute sul blu Estoril impongono comprensione per il dramma umano della nostra premier. Non bastava la doppia morale, ora abbiamo pure la doppia sensibilità. Ci abitueremo anche a questo”.
Dunque questo dimostrerebbe l’incoerenza dell'attuale presidente del Consiglio. Peccato che il ragionamento della Lucarelli sia totalmente fuori fuoco. L’analogia da lei stabilita infatti non regge dato che si tratta di due casi totalmente differenti.
Condivisibile o meno, la critica che la Meloni mosse alla Mogherini era di natura politica. E, per dirla tutta, non era poi neppure troppo infondata. È senza dubbio comprensibile che una tragedia come quella degli attentati di Bruxelles possa spingere alla commozione. È umano, naturale. Il problema però è un altro. Se hai delle responsabilità politiche e istituzionali, è bene che quel tipo di reazione resti confinato al privato. E che non raggiunga la sfera pubblica. Altrimenti il rischio è quello di finire con l’inviare, magari anche in buona fede, dei messaggi totalmente sbagliati. Mostrarsi fragili e piangenti all’indomani di un attacco non significa essere empatici, significa apparire deboli. E apparire deboli vuol dire offrire a chi ti ha attaccato una vittoria d’immagine. Vuol dire offrire ai tuoi avversari internazionali un motivo in più per considerare l’Ue un’entità vulnerabile.
Ecco, se rappresenti un’istituzione, questo lo devi sapere. Altrimenti fai un danno all’istituzione che stai rappresentando. È lo stesso motivo per cui Joe Biden commise un errore quando, nel pieno della crisi afghana, tenne una conferenza stampa, mostrandosi affranto e quasi piangente. Come privato cittadino si trattava di un atteggiamento più che comprensibile. Non lo era però come presidente degli Stati Uniti. Presentarsi in quel modo al mondo ha inviato un segnale di debolezza agli avversari dell’America che, nelle settimane e nei mesi successivi, ne hanno approfittato (non a caso, poco tempo dopo la crisi afghana, la Cina ha ripreso a violare lo spazio aereo di Taiwan, mentre la Russia ha intensificato l’ammassamento di truppe al confine ucraino).
La critica della Meloni alla Mogherini era quindi una critica politica, non personale. Non rimproverava alla Mogherini di essersi commossa, ma di averlo fatto nel momento sbagliato, creando così potenzialmente un danno all’Unione europea. Questo è il punto.
Al contrario, la morbosa attenzione sul caso Giambruno e le surreali critiche alla famiglia tradizionale ad esso connesse hanno a che fare con una sfera che è privata e che di certo non riguarda la sicurezza nazionale. Tra l'altro, è la stessa Lucarelli, sul finire dell'articolo, ad ammettere che le questioni riguardanti la Meloni hanno a che fare "solo" con la sfera privata, sconfessando così di fatto la sua stessa argomentazione. Un'argomentazione che, lo abbiamo visto, non sta in piedi. Eppure non è così difficile accorgersene. Ma si sa: la voglia di strumentalizzare fa spesso delle vittime. E l’onestà intellettuale è una di queste.