L'incredibile reattività della sinistra a difendere Mattarella
Nella polemica delle ultime ore per le frasi di Borghi emerge il piano del Pd di utilizzare il Colle come figura propria. Non avendone una propria altrettanto rilevante
È durata 24 ore la polemiche tra Lega e Quirinale. Oggi Matteo Salvini ha spiegato che «Mattarella ha il sostegno e la stima del suo partito». Al netto del mezzo passo indietro leghista e del fatto che forse tutti ma proprio tutti i torti Borghi non li ha (perché non è il massimo dell’eleganza quantomeno nella tempistica parlare di «sovranità europea» proprio nel giorno della festa della Repubblica Italiana….) c’è una cosa evidente: la reattività della sinistra a difesa del Colle più alto di Roma.
La sensazione è che al Nazareno abbiano creato un ufficio dedicato «Pro Mattarella» dove un gruppo di lavoro, immagino, coadiuvato dalla intelligenza artificiale, segua in diretta i social e tutte le interviste e le dichiarazioni di qualsiasi esponente leghista o comunque di tutto il centrodestra, compresi i consiglieri comunali e di condominio, ed una volta udita o letta la parola Mattarella o Quirinale schiaccino un bottone rosso con relativa sirena d’allarme. Perché altrimenti non si spiega come mai nel giro di pochi dopo un qualsiasi commento non entusiasta o lusinghiero minuti parta una ridda di frasi a difesa del Presidente della Repubblica, condita dell’immancabile «attacco alla Costituzione». «Giù le mani da Mattarella» ormai potrebbe diventare uno slogan, un brand anche ad uso commerciale. Si potrebbe pensare ad una serie di magliette, berretti, spille e persino calamite da frigo, tutti gadget vendibili alle Feste dell’Unità.
Una rapidità che è ancor più sorprendente se pensiamo alla abitudinaria lentezza della sinistra su decine di altri temi, tra rinvii, divisioni interne etc etc etc. Un pachiderma che d'improvviso si risveglia ghepardo.
La cosa è talmente evidente che a tutti gli esponenti del centrodestra venga fatta la seguente domanda: «Dica la verità: lei pensa che Mattarella sia il leader della sinistra?». In realtà il punto è l’esatto contrario. Non è che Mattarella sia il leader della sinistra. È la sinistra che se ne appropria e lo usa come sua figura principale, per un motivo molto semplice: sanno che nell’opinione pubblica il Presidente della Repubblica vale molto ma molto di più come nome e come figura di Elly Schlein. Altro spessore, altra credibilità.
Così ecco che il Presidente viene portato in palmo di mano: che i parli di riforma del premierato, che si legga un post social di Borghi, che qualcuno provi anche solo a dire qualcosa di non meraviglioso nel confronti del bi-presidente parte la crociata in difesa del Colle. Lo stesso accadeva per Papa Francesco che però, con le ultime dichiarazioni e con le sue opinioni anti abortiste, è un po' sceso di posizione nella hit parade degli idoli della sinistra.
Sarebbe bello vedere cosa succederà in futuro se e quando (certezze abbiamo visto non ce ne sono dato che il centrodestra spesso maggioranza nel paese ha la straordinaria capacità di suicidarsi quando si tratta di scegliere il presidente della Repubblica) ci sarà un uomo più vicino allo schieramento oggi al governo. Vedremo se le truppe del Pd oggi schierate con l’elmetto nel piazzale davanti all’ingresso domani impugneranno le stesse armi in difesa di uno, diciamo così «meno amico».