Spuntano 14,3 miliardi per il decreto Aiuti bis
Daniele Franco (Ansa)
Politica

Spuntano 14,3 miliardi per il decreto Aiuti bis

Il decreto Aiuti bis potrà contare su 14,3 miliardi di euro. Risorse disponibili, grazie alle maggiori entrate fiscali che stando alle «informazioni disponibili sui versamenti del 30 giugno, fanno segnalare uno scostamento positivo valutato in circa 11,1 miliardi a cui si aggiunge la componente extra-tributaria per la quale si stima una variazione positiva di circa 3,2 miliardi. Le maggiori entrate tributarie derivano, in particolare, dal risultato dei versamenti in autoliquidazione e dalla sostenuta dinamica dell'Iva», si legge dalla relazione sull’assestamento che il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha presentato oggi durante il Consiglio dei ministri. Il nuovo decreto Aiuti, atteso settimana prossima in Cdm, si andrà dunque a inserire nel solco di quelli passati. I 14,3 miliardi, stando alle indiscrezioni, saranno infatti usati per finanziare alcune misure già stanziate in precedenza per aiutare le famiglie, le imprese e gli enti locali. Parliamo dei crediti di imposta, degli sconti carburante e dell’azzeramento degli oneri generali sulle bollette. In aggiunta si sta ragionando se riproporre i 200 euro in busta paga per pensionati e dipendenti che hanno un reddito fino a 35.000 euro o se invece intervenire sul taglio dell’Iva per gli alimenti: tra le ipotesi in campo si parla dell’azzeramento fino al 31 dicembre dell’Imposta sul valore aggiunto per i beni di prima necessità come pane, pasta, latte e olio (attualmente tassati al 4%), e di dimezzare l’Iva anche per altri beni come la carne, il pesce e le uova che attualmente vedono un’imposta pari al 10%.

La decisione finale su quali misure inserire nel nuovo decreto sarà influenzata anche dalle richieste avanzate dalle varie parti sociali.

Draghi incontra le associazioni imprenditoriali e i sindacati

Oggi il governo ha incontrato le associazioni imprenditoriali che hanno portato all’attenzione del governo alcuni temi a loro cari. Per il presidente Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) i punti principali sono: l’energia, la liquidità alle aziende e il lavoro. Sul tema dell’energia si aggiunge anche Confartigianato che segnala come «le nostre imprese pagano l’energia elettrica l’81% in più rispetto allo scorso anno e il gas il 63% in più. Per attenuare l’impatto di questi aumenti, chiediamo la proroga per il 4° trimestre 2022 del taglio dei costi dell’energia con l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas e la proroga del credito d’imposta per il 2° e 3 trimestre dell’anno sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore». Oltre al nodo energetico Confartigianato segnala anche il bisogno di misure contro l’inflazione e la necessità di trovare una soluzione ai 5,2 miliardi di crediti incagliati legati ai bonus edilizia. Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche la Cna (confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) che chiede l’urgente risoluzione del problema dei crediti bloccati legati ai bonus edilizi e aggiunge come priorità anche la proroga delle misure per alleggerire le bollette e la riduzione delle accise sui carburanti. La Coldiretti punta invece sulla siccità: «Abbiamo la necessità di pianificare investimenti di carattere strutturale che siano risolutivi del problema. Abbiamo la necessità mai come in questo momento di non disperdere nulla di quello che c'è in campo, quindi una semplificazione per i lavoratori stagionali diventa fondamentale. Altrimenti si rischia che alla perdita arrecata sul comparto agricolo, che vale oggi più di 6 miliardi di euro anche a causa della siccità» si aggiunge il problema che «il poco prodotto che rimane soprattutto nell'ortofrutticolo rischia di non essere raccolto». E infine Confartigianato torna sul tema dei 200 euro spiegando come sia meglio preferire questa misura piuttosto che un taglio dell'Iva «perché riteniamo che sia più d'aiuto alle persone che sono in difficoltà, magari pensando di darlo alle persone con reddito anche fino a 25000», dichiara il presidente di Confartigianato Marco Granelli al termine nell'incontro a Palazzo Chigi. Di parere diametralmente opposto sono invece i sindacati, che verranno ascoltati domani dal governo. La Cgil, Cisl e Uil sono infatti molto critici sui 200 euro, dato che questa misura presenta «numerose criticità e rischia di non venire erogato proprio alle categorie più fragili e bisognose», scrivono in una nota la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil Giulio Romani e Domenico Proietti. E ieri il segretario generale della Uil, Paolo Bombardieri, ha sottolineato come attualmente servono «interventi strutturali sul potere d'acquisto di lavoratori e dei pensionati e non mancette elettorali. il tempo dei bonus è finito». Dichiarazioni che fanno propendere più su un intervento strutturale come può essere il taglio dell’Iva su diversi beni alimentari.

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Giorgia Pacione Di Bello