Stanno indottrinando i nostri figli con la scusa della prevenzione all'omotransfobia
Gli evidenti problemi e le drammatiche conseguenza legate al Ddl Zan in discussione ed approvazione in Parlamento
È tornata ieri in Aula alla Camera dei Deputati la legge contro l'omostransfobia, che tutti noi conosciamo come ddl Zan. La scorsa settimana il testo voluto dal deputato del Partito Democratico aveva affrontato, sempre alla Camera, la tre giorni di voti e dibattiti inerenti le pregiudiziali di costituzionalità e centinaia di emendamenti, mentre da ieri la ripartenza del dibattito porterà ad un ipotetico voto finale al massimo tra mercoledì e giovedì.
Il lavoro della Camera – se porterà all'approvazione della legge – passerà la palla al Senato, ipoteticamente a inizio 2021, dove però la maggioranza è risicata e ogni singolo voto sarà decisivo per respingere una legge dalle chiare trame liberticide, nonostante gli scialbi tentativi dello stesso Zan e della sinistra di fra credere il contrario.
Come detto, la scorsa settimana il disegno di legge ha avuta una prima spinta, con l'approvazione dei primi cinque articoli sui dieci totali. Da oggi, invece, la luce sarà puntata sui restanti articoli e sugli emendamenti che riguardano le cosiddette "azioni positive", ovvero non più le misure di contrasto, prevenzione o punizione contro l'omotransfobia, ma le iniziative per la protezione delle vittime di violenze e soprattutto per "sensibilizzare" le pubbliche amministrazioni. Degli articoli che, come è stato ribadito più volte in questi ultimi mesi soprattutto dall'associazionismo pro life e religioso, ma anche dall'opposizione di destra, rischiano di ledere non solo la libertà di opinione di chi la pensa diversamente, ma anche di toccare inesorabilmente il mondo del pubblico e della scuola, con un vero e proprio cavallo di Troia che introdurrebbe di soppiatto il gender nelle aule.
Ieri, infatti, una delle notizie più "importanti" arrivata dall'Aula di Montecitorio è stata proprio l'approvazione dell'emendamento che prevede che le cosiddette iniziative educative "contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia" dovranno essere svolte nelle scuole di ogni ordine e grado, quindi anche in quelle elementari. Un voto che è arrivato inoltre con scrutinio palese e con segreto come invece aveva chiesto il centrodestra. Lo stesso centrodestra, in più, si è visto rifiutare i sub emendamenti che invece escludevano proprio le scuole elementari e medie da questi programmi.
Infatti, uno degli orrori della proposta in discussione alla Camera è la previsione di una Giornata nazionale contro l'omotransfobia dove gli studenti saranno indottrinati e i genitori non potranno invocare la libertà educativa perché gli insegnamenti saranno del tutto "legittimati" dall'eventuale nuova normativa. Inoltre, come accennato, i tentativi di assicurare, da parte di Zan, la libertà di espressione di tutti si sono dimostrati vani e sono sbugiardati proprio dallo stesso testo in esame, in particolare nell'articolo 3. Infatti, nessuna libertà di espressione potrà mai essere completamente salva se di mezzo – come prevede la legge – c'è la discrezionalità di qualcuno, in questo caso di un giudice o della polizia nel determinare il concreto o meno pericolo del compimento di atti discriminatori e violenti.
La giurisprudenza straniera – tanto inseguita dai parlamentari italiani – porta con sé delle prove eloquenti e drammatiche di come queste rassicurazioni siano tutt'altro che confortanti. Nel Regno Unito, infatti, oltre dieci anni fa è stato approvato il Criminal Justice and Immigration Act che rendeva penalmente perseguibile l'istigazione all'odio omofobico pur specificando, a garanzia della libertà di espressione, che l'odio sulla base dell'orientamento sessuale non poteva essere configurato dalla formulazione di opinioni critiche. Ebbene, ciò non ha evitato decine di processi e arresti, in particolare per molti pastori e sacerdoti. Se una legge del genere – formulata anche meglio del ddl Zan – ha portato comunque ad una drammatica repressione delle idee, come possiamo stare tranquilli che ciò non si verificherà, magari anche in modo peggiore, con l'eventuale nuova normativa italiana?
In più, proprio per non farsi manca nulla, non solo i vari articoli della legge appaiono assurdi e assolutamente inutili in riferimento all'ordinamento italiano, ma la stessa pretesa della maggioranza di calendarizzare e portare avanti la discussione in questi giorni è il sintomo di una volontà faziosa e ideologica. La discussione in Aula di oggi, infatti, è ripartita dopo l'informativa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul probabile nuovo dpcm contro il Covid19. I parlamentari pro-ddl Zan, dunque, non hanno dimostrato la minima esitazione nell'occuparsi di questa proposta di legge in concomitanza con uno dei periodo più bui e drammatici della storia repubblicana, con il Paese che sta vivendo e – purtroppo – continuerà a vivere per molte settimane un'emergenza sanitaria ed economica senza precedenti.
Viene da chiedersi, dunque, perché il governo giallorosso e la maggioranza si ostinino ad occuparsi di una legge superflua e di una tutela già garantita dalle leggi vincenti, anziché sfruttare tutte le proprie forze – e il proprio tempo – per porre un argine ad un dramma che sta lasciando senza soldi e senza lavoro molti padri e madri di famiglia.
info: provitaefamiglia.it