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(Ansa)
Politica

Superbonus: ecco cosa cambia con le ultime modifiche

L'emendamento sul superbonus avvia una revisione dei bonus edilizi, riducendo le percentuali di agevolazioni e rendendo obbligatorio il pagamento dilazionato dei crediti su 10 anni dal 2024. Le nuove disposizioni coinvolgono anche le banche, prevedendo una ripartizione annuale dei crediti d'imposta e la perdita della quota non utilizzata

L’emendamento sul superbonus si porta dietro l’inizio della revisione dei vari bonus edilizi. Il restyling era nell’aria da diversi mesi e il voler riorganizzare una volta per tutte la materia sul bonus 110% ha rappresentato il momento ideale per iniziare a mettere ordine anche all’interno delle varie agevolazioni fiscali in tema edilizio. In generale si parla di una vera e propria sforbiciata nella percentuale dei bonus. Si passerebbe infatti, per il bonus ristrutturazioni classico, dal 50 al 36% nel 2025 per poi passare al 30% a partire dal 2028. Tra le altre novità ci dovrebbe inoltre essere anche l’estensione da cinque a 10 rate per la detraibilità del sisma bonus e per le barriere architettoniche, sulla scia del superbonus.

Come anticipato settimana scorsa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si renderà obbligatorio e non più opzionale spalmare i crediti su 10 anni a partire dal 2024. Per il 2023 niente cambia. Ovviamente, la scelta del governo è tutta puramente economica, visto che il fardello del superbonus, come evidenziato anche dal Def, avrà ripercussioni pesanti sul debito fino al 2026. A questo si aggiunge anche una novità per le banche (l’Abi ha già dichiarato che presenterà una sua controproposta al governo), che prevede come le rate annuali utilizzabili dal 2025 dei crediti di imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di scontro in fattura devono essere ripartite in 6 in un anno di pari importo. Precisazione: la misura si applica solo per gli istituti che hanno acquistato le rate dei precedenti crediti ad un corrispettivo inferiore al 75% dell’importo delle corrispondenti detrazioni. Altre due novità importanti. La prima è che la quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno la si perde e che le rate dei crediti d’imposta risultanti dalla nuova ripartizione non possono essere cedute ad altri soggetti, oppure ulteriormente ripartite. Insomma, una nuova stretta, che coinvolge anche le banche.


Comuni sempre più coinvolti nei controlli

Nell’ultimo testo viene confermato il ruolo sempre più partecipe dei comuni nelle attività di controllo e vigilanza, in merito ai cantieri del superbonus. Ai Comuni sarà inoltre riconosciuta una quota pari al 50% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo, nel caso in cui si rilevassero situazioni non congrue alle norme. Altre novità riguardano poi gli interventi su altri territori terremotati. E’ stato istituito il fondo da 35 milioni di euro per il 2025 “finalizzato a riconoscere un contributo in favore di soggetti che sostengono spese per gli interventi” di riqualificazione energetica e strutturale di immobili danneggiati da eventi sismici diversi da quelli già previsti dal decreto e che si siano verificati a partire dal 1° aprile 2009 e per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza. Misura simile per le onlus, che nel primo decreto di marzo sul superbonus avevano subito penalizzazioni. Adesso anche per loro è stata predisposta la riqualificazione energetica e strutturale purché queste risultino già costituite al momento dell’entrata in vigore della Legge. Il fondo a loro disposizione è da 100 milioni di euro per il 2025.

Sugar e Plastic tax

Novità anche sulla sugar e plastic tax che vede spostata di due anni la sua entrata in vigore. Per la tassa sullo zucchero solo qualche modifica ma resta fissa il suo inizio a partire da luglio 2024. Tensioni con Forza Italia anche su quest’ultimo punto, oltre che sulle novità inserite sul superbonus. Gli esponenti del partito si dicono pronti a trovare soluzioni per modificare il provvedimento del governo. Intanto, i lavori della commissione Finanze del Senato, impegnata nell’esame del provvedimento, riprenderanno domani con il voto agli emendamenti e il mandato al relatore per l’aula. C’è tempo fino alle 18 di oggi per depositare sub emendamenti alla proposta di modifica elaborata dal Governo. Il testo arriverà nell’aula di Palazzo Madama mercoledì per la discussione generale.

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Giorgia Pacione Di Bello